All’orizzonte ci aspetterebbero sofisticate tecnologie che ci permetterebbero di comunicare con i PC attraverso gesti, movimenti del corpo o anche solo espressioni facciali. Grandi società, come Microsoft e Intel, stanno lavorandoci sopra, mentre altre del mondo dell’intrattenimento, quali Sony, Panasonic e NEC hanno dimostrato concretamente che questo percorso è possibile. Sdoganarci da periferiche che paiono vetuste, come la tastiera che è stata praticamente un elemento di continuità con la macchina da scrivere, è un sogno “informaticamente antico”. Mi ricordo di quando, una quindicina di anni fa, molto rumore e speranza fece la comparsa del software di riconoscimento vocale. Anche lì alcuni pensarono che si sarebbero potuti mettere in soffitta tastiere e mouse, per iniziare un rapporto con il computer quasi umano, fatto di voce e parole. Mi rammento di un collega che tentò di usare uno dei migliori programmi di questo tipo in commercio. Inizialmente lo fece con grande entusiasmo e convinzione, ma quando scoprì che il più delle volte il computer capiva “fischi per fiaschi”, aprendo un’icona invece di un’altra o scrivendo “stupido” invece che “stupito”, cominciò ad arrabbiarsi un po’ prendendolo anche a male parole (ndr: mi sono dimenticato se in questo caso il computer trascrivesse bene). In effetti l’utilizzo del riconoscimento vocale non ha avuto quella diffusione teorizzata e sperata, rimanendo in particolari nicchie dove si dimostra invece utilissimo. Forse è stato un bene, pensate alla caciara che avremmo dovuto subire nei nostri uffici se tutti avessero cominciato ad utilizzarlo, tornando poi afoni a casa, e poi come la mettiamo con la privacy? Con quale faccia qualcuno, in orario di lavoro, avrebbe potuto chiedere al computer di aprire un dato sito, non propriamente conforme con la sua attività? Sussurrandoglielo?. Con il riconoscimento dei gesti lo scenario potrebbe essere diverso, infatti i movimenti sono molto più discreti, si potrà comunicare in silenzio e in totale protezione sulla privacy. Mi diverte però pensare, nei singoli uffici o in vasti open space, a gente che si agita davanti agli schermi dei loro PC in un silenzio tombale; qualcuno lo farà in modo aggraziato, da danzatori di classica, altri a scatti, in modo nevrotico, altri ancora con sufficienza, con distacco. Chissà quanti faranno le boccacce? E quanti il gesto dell’ombrello? Che manicomio, ragazzi….… meditiamo, gente, meditiamo…
Tratto dall’editoriale della Newsletter di DMO!
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