Secondo l’associazione di consumatori Altroconsumo, l’oscuramento delle trasmissioni del servizio pubblico radiotelevisivo RAI è una pratica commerciale scorretta, lesiva dei diritti e degli interessi collettivi dei consumatori utenti.
A causa di quest’attività per oltre 1 milione e mezzo di famiglie che non saranno mai raggiunte dal digitale terrestre sarà impossibile accedere ai contenuti del servizio pubblico RAI attraverso il canale satellitare.
Per evitare che la pratica degli oscuramenti continui Altroconsumo ha depositato il ricorso d’urgenza contro RAI presso il Tribunale di Roma.
Privare gli utenti della visione di telegiornali, programmi di attualità e approfondimento politico, persino le previsioni meteo, significa aver violato il Testo Unico sulla radiodiffusione, il contratto di servizio e la delibera 481/06/ CONS dell’Autorità garante per le comunicazioni.
Queste norme impongono al servizio pubblico di trasmettere su tutte le piattaforme esistenti.
Secondo i calcoli di Altroconsumo dal 4 agosto al 4 ottobre 2009 è stato impossibile vedere sul satellite Raiuno per 87 ore 58 minuti e 54 secondi, Raidue per 220 ore 26 minuti 23 secondi, Raitre per 104 ore 53 minuti 31 secondi.
Oscurare il contenuto del servizio pubblico RAI per gli utenti non è solo una violazione di diritti. Ci sono conseguenze economiche ben tangibili, poiché il pagamento del canone non è più condizione sufficiente per accedere ai programmi.
Gli utenti dovranno mettere mano al portafogli, dovendo acquistare il nuovo decoder satellitare Tivùsat, anche se già in possesso di un decoder satellitare generalista o Sky, pagando un canone di 6 euro per l’utilizzo del software di gestione della smartcard per accedere alla programmazione Tivùsat, e richiedere l’assistenza di un antennista, dovendo adeguare gli impianti satellitari domestici alla coesistenza dei due decoder.
L’associazione indipendente di consumatori chiede al giudice del Tribunale di inibire il prima possibile la pratica illecita degli oscuramenti.