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Spia..nati?

Il presidente del comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica, Francesco Rutelli, ha lanciato pochi giorni fa un preoccupato allarme: “è emersa una problematica che sta andando pericolosamente fuori controllo!”

Terroristi in azione? Attentati dinamitardi? Associazioni sovversive pronte ad un golpe? No, per fortuna nulla che mette in pericolo la vita delle persone, e quindi il corpo, ma l’anima forse si. Cosa è successo? E’ accaduto che alcuni esperti, chiamati dal comitato per una consulenza, hanno riferito che è disponibile su Internet un software, per meglio dire un malware, che installato subdolamente su un telefono cellulare di nuova generazione attraverso un innocente SMS, permette di raccogliere una serie di dati, quali: posizione geografica, intera rubrica personale, elenco di chiamate fatte e ricevute, per mandarli a una destinazione ben precisa. Un software spione, insomma.

Il warning di Rutelli è quindi da prendere in considerazione? Impossibile non rispondere affermativamente a questa domanda, ma, d’altro canto, sarebbe forse bene essere consapevoli che questo software non è, purtroppo, un’eccezione. Internet è come una grande città, con quartieri splendidi, residenziali e pieni di verde, con altri meno rilucenti, ma pu sempre vivibili anche se con qualche attenzione e, infine, con zone “off-limits” in cui sarebbe meglio non entrare e, se lo si fa, esserne coscienti che lo si fa a proprio rischio e pericolo. In queste zone “malfamate” purtroppo c’è di tutto e di più: dai virus che si divertono a mandare in crash il PC, a quelli che mirano a fregarci le credenziali per l’accesso all’home banking, ad altri che, per l’appunto, sono stati studiati per intercettare dati, ai fini più disparati: dal controllo delle amicizie della figliola, a quello verso il marito che si pensa infedele, ad altri di vero e proprio spionaggio con la S maiuscola. Insomma se rischio è, è proprio quello in cui dal “piccolo cabotaggio”, si possa anche andare verso scenari di più ampia portata.

Un incubo, anche possibile, è quello di arrivare ad avere tecnologie che permettano una censura o, peggio, una manipolazione tale da far diventare la rete “un mezzo di intercettazione preventiva di massa”. Se non si farà attenzione, nella “città virtuale” di cui parlavo metaforicamente prima, allora, potrebbe anche succedere il rischio che vengano, sì, “puliti” i quartieri malsani, ma potrebbe anche succedere che tutto si trasformi in un’unica, spettrabilmente omogenea, “caserma”, in un clima da “grande fratello” orwelliano. Io, più ci penso e più mi dico che c’è solo una risposta che possa veramente salvarci: la consapevolezza! Sia dello Stato, che ha il dovere di indirizzare leggi e risorse opportune, sia del singolo cittadino, che deve avere un ruolo proattivo e non passivo sui nuovi scenari. Allora ben vengano gli allarmi. Ma siamo pronti, culturalmente? Temo proprio di no, ma sarebbe importante che fossimo anche solo spronati a farlo. Chissà, potrebbe essere una delle “molle” per quel rilancio da questa crisi, non solo economica ma anche etica, che è fonte di grande preoccupazione. Meditiamo, gente, meditiamo… : )

Tratto dall’editoriale della Newsletter di DMO!

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