Dopo le numerose ricerche volte a mettere in luce gli effetti positivi della cannabis sull’organismo, uno studio fa di nuovo marcia indietro e lancia un importante allerta: fumare marijuana aumenta il rischio di depressione e ansia

Pare infatti che renda il cervello di chi la consuma meno reattivo alla dopamina, la sostanza cerebrale che ci trasmette un senso di benessere. La notizia stupisce ancora di più se messa in relazione alla recente scoperta che proprio la depressione potrebbe essere curata grazie al consumo di funghi allucinogeni e addirittura con l’uso della ketamina. La ricerca, che si aggiunge alle precedenti che mettono la marijuana in relazione con letargia e apatia, è stata condotta dal National Institute on Drug Abuse e dall’Imperial College London e pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences. Decisamente in controtendenza rispetto a precedenti ricerche, volte ad evidenziare i molteplici effetti terapeutici della cannabis. Basti pensare che l’American Academy of Neurology ne ha elogiato il potenziale curativo sui malati di sclerosi multipla, già messo in luce dalle ricerche condotte dall’Università di Tel Aviv, che avevano dimostrato come la cannabis potrebbe prevenire l’infiammazione nel cervello e nel midollo spinale.

Cervelli meno reattivi alla dopamina

Per testare gli effetti della marijuana sul cervello si è usato uno stimolante, il Ritalin, che come la cocaina alza i livelli di dopamina, sostanza intermedia nella biosintesi dell’adrenalina che funge da neurotrasmettitore ed ha un ruolo importante in diverse malattie nervose. Su un campione di 48 persone, metà hanno ricevuto droga mentre l’altra metà è stata usata come gruppo di controllo. Lo studio dei comportamenti degli individui e la scansione cerebrale hanno messo in luce che coloro che avevano assunto la cannabis erano meno reattivi alla dopamina rispetto a coloro che non l’avevano assunta.

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La cannabis alimenta emozioni negative

Questa condizione potrebbe indurre il desiderio di assumere altra marijuana ed alimentare emozioni negative, ansia e depressione, che sono già tratti distintivi della dipendenza dalla cannabis. Secondo gli studiosi però questo stato fisico e mentale non sarebbe indotto solo dalle riduzioni nel rilascio di dopamina, ma pare che invece ci sia un effetto successivo, nell’area del cervello denominata striatum, quella della ricompensa e della motivazione.

Michael Bloomfield, dell’Imperial College London, spiega così l’effetto della cannabis sul cervello: “La dopamina dice al cervello sta per succedere qualcosa di eccitante, che sia sesso, droga o rock ‘n roll. Le nostre scoperte spiegano perché la cannabis fa sì che le persone stiano sedute senza fare nulla”.