Uno studio statunitense afferma che l’amicizia dipende anche dal DNA. Le persone con cui abbiamo dei legami affettivi hanno in comune con noi un certo numero di geni

Con l’evoluzione della ricerca sul genoma diventa sempre più chiaro che il nostro DNA non influenza solamente la struttura dell’organismo (aspetto, predisposizione alle malattie e altro) ma anche la personalità e le emozioni, come nel caso dei traumi infantili dei genitori che possono trasmettersi ai figli. Una ricerca ad esempio ha messo in luce che la scelta del proprio partner dipende anche dal corredo genetico e la stessa cosa pare possa valere anche per l’amicizia.

Amicizia e genoma

Uno studio della University of California di San Diego ha dimostrato che tendiamo a stringere amicizia con persone che condividono con noi alcuni geni. Dall’analisi del genoma di oltre 2mila persone è emerso che in media i nostri amici hanno con noi una somiglianza genetica pari all’1% del DNA.

[blockquote style=”4″]”Osservando l’intero genoma abbiamo scoperto che, in media, siamo simili geneticamente ai nostri amici. Abbiamo più DNA in comune con le persone che scegliamo come amiche che con il resto della popolazione”, ha spiegato James Fowler, uno degli autori della ricerca.[/blockquote]

In fondo, a pensarci bene l’idea che l’amicizia abbia un’origine genetica non è poi così assurda. Quotidianamente scegliamo di avere rapporti di affetto con persone che sentiamo a noi affini su più livelli. Amicizia significa infatti poter condividere sogni, passioni e interessi.

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L’origine di questo fenomeno secondo gli scienziati è da imputare alla “selezione parentale”, ovvero quel processo evolutivo secondo cui gli animali cooperano fra loro per trasmettere i geni che hanno in comune. Non è quindi un caso che i frammenti di DNA che condividiamo con i nostri amici siano anche quelli che più si sono modificati velocemente nel corso della storia. In teoria, quindi, i rapporti sociali non sono solo un’espressione dell’evoluzione dell’uomo ma anche una loro causa.