Alzheimer, scoperta la molecola che ringiovanisce il cervello

Un laboratorio italiano ha individuato il processo che porta alla formazione delle placche dell’Alzheimer. La scoperta potrà portare a nuove terapie

L’Alzheimer è una delle malattie più diffuse sulla Terra ma ancora moltissime delle sue caratteristiche sono sconosciute agli scienziati. Ora, per la prima volta, l’Istituto Europeo per la Ricerca sul Cervello (Ebri) fondato dal Nobel Rita Levi Montalcini ha scoperto il meccanismo che provoca la patologia, che pare sia favorita dalla mancanza di sonno e dall’eccesso di carne cotta, e la conseguente degenerazione del cervello, che gli esperti ritengono possa essere rallentata grazie all’assunzione di vitamina D.

Sconfiggere l’Alzheimer colpendo ciò che lo attiva

Il gruppo di ricerca guidato da Antonino Cattaneo, direttore del laboratorio sulle Malattie neurodegenerative dell’Ebri e docente della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha individuato nella cellula cerebrale di un criceto il luogo dove si formano le molecole che scatenano l’Alzheimer. Le placche caratteristiche della malattia sembrano dipendere dalla proteina beta-amiloide, composta da piccoli frammenti di DNA chiamati oligomeri. Quando questa viene espulsa dalle cellule attiva il processo che porta alla malattia e alla degenerazione dei neuroni. Prima di oggi il meccanismo di formazione della molecole responsabile dell’Alzheimer era ancora sconosciuto.

Questa incredibile scoperta permetterà nel prossimo futuro di accelerare lo sviluppo di una nuova terapia dal “forte potenziale terapeutico” in grado prevenire la malattia colpendola all’origine. La tecnica sviluppata dal team dell’Ebri si basa sull’utilizzo di sonde molecolari che colpiscono le molecole tossiche prima che fuoriescano dalle cellule. Attualmente sono stati fatti grandi passi avanti nella lotta a questa patologia, che per quanto riguarda le donne di una certa età può essere favorita da un eccesso di stress. Oggi è infatti disponibile un test in grado di individuarla nel 90% dei casi e si sta studiando una nuova terapia basata sui raggi luminosi.

Leggi anche:  Soffrire di insonnia: il problema di un italiano su tre