Per la prima volta in 35 anni sembra che il buco dell’ozono si stia restringendo: gli scienziati confermano un aumento statisticamente significativo e constante dello strato che protegge la Terra dalle radiazioni ultraviolette del sole

La notizia è ancora più confortante soprattutto dopo l’allarme lanciato per il record raggiunto nel 2013 di emissioni di gas serra. Nel rapporto Onu presentato dalla commissione di esperti al palazzo di Vetro di New York si legge che il piano mondiale sullo strato di ozono dovrebbe permettere un recupero entro il 2050.

Già qualche mese fa era stata data la confortante notizia che il buco dell’ozono su Polo Sud si sta via via riducendo grazie alle nuove politiche sulle emissioni inquinanti. 

“La ricostruzione dello strato di ozono è a buon punto, grazie all’azione internazionale concertata contro i gas distruggi-ozono, come i Cfc”, afferma lo studio del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). Il Protocollo di Montreal, siglato nel 1987, a distanza di due decenni sta dando i suoi effetti: “entro il 2030 avrà impedito due milioni di casi di cancro alla pelle – annuncia il direttore esecutivo di Unep, Achim Steiner – evitato danni al sistema immunitario e problemi agli occhi, protetto la fauna e l’agricoltura”.

La spinta giusta per affrontare nuove sfide

E’ Paul A. Newman, scienziato della Nasa a capo del team di 300 scienziati che hanno lavorato al rapporto, a spiegare che dal 2000 al 2013 i livelli di ozono sono aumentati del 4% in latitudini chiave medio-settentrionali a circa 30 miglia di altezza. Steiner però precisa anche che proprio il successo del Protocollo di Montreal dovrebbe spingere ad intraprendere ulteriori azioni non solo sulla protezione dell’ozono ma anche sul clima in generale, che per effetto del surriscaldamento globale sta subendo dei cambiamenti con drammatiche conseguenze: i ghiacci si stanno sciogliendo, minacciando gravemente la biodiversità e mettendo a rischio ben 720 patrimoni dell’UNESCO, con una previsione di innalzamento delle temperature fino a quasi 5 gradi nei prossimi 100 anni.

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“L’azione internazionale sull’ozono è un grande successo ambientale – ha aggiunto il segretario generale di Omm, Michel Jarrau – Lo stesso livello di urgenza e di unità dovrebbe essere usato per affrontare la enorme sfida del riscaldamento climatico”. Proprio per discutere di questi obiettivi, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha convocato per il 23 settembre, in Apertura dell’Assemblea Generale, un summit sul clima. Un appuntamento importante, che vede riuniti dopo cinque anni i leader mondiali per delineare un nuovo piano per arginare il riscaldamento globale.