Nel nostro Paese l’amore per il dolce far niente dilaga in modo sempre più preoccupante, tanto che dal XXXIV Congresso nazionale della Federazione medico sportiva italiana (Fmsi) ancora in corso a Catania è emerso che gli italiani, soprattutto i più giovani, sono tra i più pigri al mondo

Le abitudini di vita della popolazione italiana sono talmente preoccupanti che i medici sportivi non solo lanciano un allarme a riguardo, ma parlano della sedentarietà come di una vera e propria patologia, rivelando che il nostro Paese si classifica al diciassettesimo posto tra quelli più apartici del mondo, con un indice di inattività del 54,7%.

Appello a Lorenzin: la sedentarietà è una patologia

Ecco perché la Fmsi, che è anche la Federazione medica del Comitato olimpico nazionale italiano dal 1929 a oggi, ha rivolto un appello al ministro della Salute Beatrice Lorenzin perché si consideri ufficialmente la sedentarietà alla stregua di una patologia. Il ministro, “che ha dato prova in diverse occasioni di grande lungimiranza, potrà essere la prima al mondo – scrive Fmsi – a introdurre la sedentarietà come vera e propria malattia riconosciuta dal Servizio sanitario nazionale. Al pari dei disturbi cardiovascolari, del diabete, dei tumori”. Se ormai è stato ampiamente dimostrato che fare attività fisica comporta numerosi benefici per l’organismo, allungando di molto le aspettative di vita, sembra che ancora gli italiani non prendano sul serio l’importanza di fare movimento.

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I risultati scoraggianti dell’Italia sono superati nella classifica della pigrizia soltanto da Malta, Cipro, Serbia e Regno Unito, per quanto riguarda l’Unione europea. Risultati che concordano totalmente con gli ultimi dati Istat, che calcolava nel 2013 oltre 24 milioni di sedentari, pari a circa il 42% della popolazione.

I rischi dell’inattività

“Abbiamo quindi deciso di portare al centro del nostro appuntamento, che riunisce oltre 1.500 medici, tra i 5000 iscritti alla Fmsi, il concetto dell’inattività fisica come vera e propria patologia”, spiegano i medici dello sport.
Da numerose ricerche è emerso la sedentarietà riduca la neuroplasticità e le dimensioni dell’ippocampo, oltre a favorire l’invecchiamento dei telomeri e i problemi cardiovascolari. L’attività fisica ha invece sull’organismo un effetto neuroprotettivo, aiutando a prevenire molte altre patologie anche gravi, come i tumori.