Gli Stati Uniti decidono di investire in nuove, moderne armi nucleari 355 miliardi di dollari in 10 anni, che nei prossimi trenta anni salirebbero a mille miliardi
La notizia è apparsa sul NY Times. In Italia non è stata ripresa dai giornali, né dalla tv. Taluno ha proposto che si revochi a Obama il Nobel per la Pace conferitogli nel 2009 – solo perché sta armando con armi convenzionali e appoggiando curdi e iracheni contro l’ISIS. Questa decisione di rimodernare l’arsenale nucleare USA è motivo molto più forte per revocargli il premio.
Di questi mille miliardi si parlava già nel gennaio 2014. Sarebbero stati ripartiti fra le tre componenti della triade: missili balistici intercontinentali, sottomarini nucleari, bombardieri nucleari. J. Wolfstahl e J. Lewis del James Martin Center for Nonproliferation Studies di Monterey, Calif avevano commentato che il bilancio federale USA non era in grado di tirare fuori queste enormi somme.
RELAZIONI INTERNAZIONALI – Si può arguire che la decisione americana sia la risposta alle minacce di usare armi atomiche per risolvere la crisi in Ucraina, che Putin fece con leggerezza un mese fa. È una reazione nettamente eccessiva rispetto alle provocazioni militari che potrebbero essere rivolte contro gli USA. Il piano prevede, infatti, di sostituire con versioni più moderne, precise ed efficaci: dodici sottomarini nucleari, 100 bombardieri nucleari e 400 silos di lancio di ICBM.
Il Presidente USA nella campagna per il suo primo mandato aveva dichiarato che il suo obiettivo era un mondo senza armi nucleari.
Davanti alla Porta di Brandeburgo (Berlino), il Presidente Obama ha proposto di ridurre a meno di un terzo il numero di armi nucleari americane e russe. Ha detto: «Sia Stati Uniti che Russia dovrebbero ridurre i loro arsenali a circa mille testate nucleari ciascuno». Con il piano attuale dimostra di aver rinunciato del tutto a quel sogno. Più tardi aveva precisato che ci sarebbero voluti molti decenni per un disarmo totale, dimostrando che per i prossimi tre decenni gli Stati Uniti non muoveranno nemmeno un passo per quella lunga strada.
INFORMAZIONI BLOCCATE – Il testo pubblicato dal NY Times descrive anche il nuovo stabilimento per la produzione di armi nucleari a Kansas City, fornendo dettagli irrilevanti: “ospita 2.700 lavoratori, come la fabbrica vecchia che sostituisce, ma consuma metà dell’energia, con un risparmio di 150 milioni di dollari/anno. Ha una caffetteria e una palestra moderne ed efficienti. Si chiama National Security Campus che sembra il nome di un college e non di una fabbrica di armi letali”.
Non vengono fornite informazioni sulla sicurezza delle armi prodotte. Come notavo nel dicembre 2013, dal 1950 al 2003 in USA ci sono state 121 “frecce spezzate”: gravi incidenti coinvolgenti bombe nucleari. Dal 2003, nessuna notizia di altri incidenti. Oltre due all’anno per 53 anni e poi nessuno per 10 anni! C’è da temere che la censura blocchi informazioni che, se fossero note, proverebbero che il rischio sia maggiore di quanto sostenuto.
È segno di degrado culturale grave che si discuta a lungo su rischi minori e non si menzioni nemmeno quello estremo, delle bombe atomiche.