Uno studio svedese ha dimostrato che le donne gelose, nevrotiche e stressate sono quelle che hanno più possibilità di contratte l’Alzheimer
Un ricerca di lunga durata portata avanti dalle principali università e centri di ricerca medica svedesi ha indagato sulle cause psicologiche che possono causare le malattie degenerative del cervello. I ricercatori hanno seguito oltre 800 donne per circa 38 anni, sottoponendole a questionari a cadenza regolare. In particolare lo studio ha riguardato donne con disturbi ansiosi, irritabilità e repentine alterazioni dell’umore. Il risultato della ricerca è che le donne che soffrono troppo di gelosia hanno il 50% di possibilità in più di contrarre l’Alzheimer in età avanzata.
“Il nostro approccio si è concentrato nell’indagare come anche la personalità può influire sull’insorgere della malattia, tramite il modo di reagire alle situazioni negative e gli effetti che induce nello stile di vita e nel comportamento”, ha spiegato Lena Johannsson dell’Università di Göteborg.
La gelosia aiuta l’Alzheimer
Nel corso della ricerca gli esperti hanno chiesto al campione di segnalare il proprio livello di introversione e di nevroticismo, ovvero la tendenza a provare apprensione, collera e depressione. Solitamente questi stati d’animo sfociano poi nell’invidia, senso di colpa e gelosia. Alla conclusione dello studio il 20% delle partecipanti aveva sviluppato malattie neurodegenerative e le donne che nei questionari risultavano più “nevrotiche” e avevano trascorso lunghi periodi di stress erano quelle con il più alto rischio di contrarre l’Alzheimer, che pare sia favorito dall’assunzione di eccessiva carne.
Attualmente la lotta contro questa malattia si è fatta più serrata. Negli anni sono stati sviluppati nuovi strumenti in grado di diagnosticarla per tempo nel 90% dei casi o di lenirne gli effetti sulla memoria. Recentemente un team di ricerca ha inoltre affermato di aver trovato il meccanismo nel nostro cervello che permette alla patologia di svilupparsi.