L’anoressia porta ad una distorsione dei sensi che altera la percezione di sé: oltre alla vista, chi ne soffre si “sente” sovrappeso al tatto

E’ quanto sostenuto da uno studio di uno psichiatra italiano, Santino Gaudio, che ha individuato per la prima volta un insieme di alterazioni multisensoriali che le persone con questo anoressia, gravissimo disturbo dell’alimentazione che secondo recenti studi potrebbe avere origini genetiche e non solo psichiatriche.

Questa ricerca ha messo in luce come chi soffre di anoressia, oltre ad un’alterata visione di sé, presenti anche una significativa incapacità di riconoscere l’orientamento del proprio corpo nello spazio, dovuta ad una modificazione del senso del tatto. Una tesi che apre la strada a nuove terapie, per sconfiggere un disturbo di cui soffrono oltre 750 mila italiane. Secondo uno studio dell’Università di Seul è l’ossitocina, l’ormone dell’amore, l’arma segreta per vincere l’anoressia, in quanto indurrebbe una propensione alla scelta di cibi ipercalorici e una maggior tolleranza verso forme del corpo più rotonde e abbondanti.

Un deficit di percezione tattile e di orientamento

La ricerca di Gaudio ha evidenziato che le pazienti anoressiche si vedono sovrappeso anche toccandosi, non solo guardandosi allo specchio. Il dramma è che spesso invece versano in condizioni di grave denutrizione e spingono il digiuno fino ad avere un corpo scheletrico, privo di qualsiasi rotondità.
Questo deficit di percezione coinvolge anche l’orientamento, nella misura in cui le donne malate non riescono a riconoscere la posizione di parti del proprio corpo:

”Abbiamo riscontrato – prosegue Gaudio – risultati simili a quelli dei pazienti che hanno avuto un ictus, in quanto mostrano un deficit nel riconoscere l’orientamento del proprio corpo’’.

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