Una statistica rileva il preoccupante aumento in Italia del numero di adolescenti che fa uso di droga, senza sapere quale sostanza sta assumendo: il cosiddetto “sballo alla cieca”

Si tratta di una sorta di rituale, quello denunciato dal sedicesimo rapporto annuale dell’Espad (European School Survey Project on Alcohol and other drugs), progetto che riunisce 35 Paesi europei e che, nella parte italiana, è curato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa.

Ne è emerso un quadro allarmante, che vede quasi 400mila studenti italiani fare uso di psicofarmaci senza prescrizione medica almeno una volta nella vita. Il 17% degli adolescenti che frequentano le scuole italiane.

Lo “sballo alla cieca”

Sabrina Molinaro, tra i sette ricercatori impegnati nel progetto, spiega: «I dati italiani di consumo di molecole psicoattive non sono allineati alla media europea, ma sono significativamente più alti». Tra i ragazzi, il il 2,3% del campione tra i 15 e i 19 anni intervistato dice di aver preso pillole, pasticche, erbe liquide e polveri sconosciute per “uno sballo alla cieca”. Drogarsi senza sapere di cosa, quindi, in un delirio da emulazione che nasconde motivazioni di natura psicologica e sociale, soprattutto il bisogno di appartenenza al gruppo.
Oltre 600mila adolescenti fumano cannabis, 60mila prendono cocaina, 27mila eroina e circa 60mila ingeriscono allucinogeni e stimolanti. Tutti questi abusi, come dimostrato, minacciano la salute mentale dei ragazzi, portando anche allo sviluppo di malattie psichiatriche. Inoltre, già una precedente indagine aveva rilevato un aumento dei mix di stupefacenti da parte degli adolescenti, che trovano la droga a portata di click su Internet e social network.

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Il 56% ignora quali droghe assume

«La novità del lavoro, che ha coinvolto 30mila studenti di 405 istituti scolastici superiori italiani, riguarda proprio il numero significativo di ragazzi che utilizzano sostanze senza conoscerle, né sapere quali effetti procurano».

Infatti i numeri su questo parlano chiaro: sono il 56 per cento ad affermare di ignorare quali siano le sostanze assunte, ma il loro consumo si è limitato a non più di due volte. Per un 23 per cento, invece, il consumo ignaro si è ripetuto per almeno una decina di volte.

«Il 53 per cento di questi studenti ha utilizzato un miscuglio di erbe sconosciute, che si presentavano per il 47 per cento in forma liquida e per il 43 per cento sotto forma di pasticche o pillole».