Sembra che addirittura otto italiani su dieci ignorino che il fumo passivo può causare il cancro

E’ quanto emerso da un sondaggio dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) su oltre 3.000 cittadini, presentato oggi all’Istituto nazionale tumori ‘Regina Elena’ di Roma nell’ambito della campagna nazionale di sensibilizzazione sul cancro del polmone.

Si tratta di un quadro molto preoccupante, soprattutto se si pensa che il fumo passivo “colpisce circa il 28% degli italiani”, ha sottolineato Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento Oncologia medica del ‘Regina Elena’ e presidente della fondazione ‘Insieme contro il cancro’.

Il fumo passivo aumenta del 30% il rischio di cancro

“Oggi – ha detto Cognetti – possiamo tranquillamente dire che un terzo di tutti i tumori hanno un rapporto diretto con il fumo. La campagna di sensibilizzazione dell’Aiom ha quindi l’obiettivo di informare la popolazione civile sui danni causati dal fumo di sigaretta, un brutto vizio che accomuna quasi un miliardo di persone e responsabile di oltre 40 patologie.. C’e’ la necessità di proteggere milioni di persone, di aumentare il campo di applicazione contro il fumo della legge Sirchia. Il cancro al polmone si caratterizza da un forte stigma sociale. Il 59% degli intervistati ritiene che chi è colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un tabagista, sia colpevole della sua condizione. Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei decessi per tumore del polmone. E il fumo passivo è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e istituzioni”.

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Ignoranza diffusa

Il sondaggio ha messo in luce che il 71% dei fumatori fuma regolarmente in luoghi chiusi, mentre il 43% pensa che smettere di fumare non riduca il rischio di sviluppare questa il cancro. Ancora più grave è il dato che rivela che il 49% fuma in presenza di bambini e non dimentichiamo che uno su cinque risulta essere vittima del fumo passivooltre ad essere vittime involontarie anche del cosiddetto “fumo di terza mano”. In tutti i centri di oncologia italiani sono stati diffusi due opuscoli informativi: uno sui danni del fumo passivo (e attivo), da distribuire anche negli ambulatori dei medici di medicina generale, l’altro su come affrontare questo tipo di tumore, destinato ai pazienti e ai familiari. C’è sicuramente un bisogno di informazione che va colmato, stando alle dichiarazione dell’89% della popolazione intervistata. Il 72% vorrebbe anche più campagne di prevenzione.
Il fumo passivo provoca nel mondo oltre 600mila morti l’anno.
Cognetti aggiunge che “sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo così – dice il professore – è possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone più a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini. In Inghilterra – ha osservato ancora Cognetti – a partire dai prossimi mesi sarà vietato fumare nell’abitacolo dell’auto in presenza di minori. Speriamo che il nostro Paese segua l’esempio d’Oltremanica”. Sembra però che anche in Italia sia in preparazione una norma per vietare di fumare sigarette in macchina in presenza di bambini. Un provvedimento in linea con il giro di vite dato dal Ministero della Salute con l’introduzione di nuovi divieti di fumo anche in spazi all’aria aperta.