Per contrastare l’inesorabile scioglimento dei ghiacci dovuto al surriscaldamento globale, gli esperti guardano a nuove strategie, tra cui la possibilità di “imbiancare” artificialmente l’Artico

L’idea è quella di raffreddare l’estremo nord del Pianeta, creando una superficie chiara che rifletta i raggi solari, limitandone l’assorbimento e favorendo così la formazione di ghiaccio. Ma le ipotesi per salvare i ghiacci dallo scioglimento sono molteplici.

Le soluzioni salva-Artico

Nel 2008 lo scienziato britannico Stephen Salter già nel 2008 aveva pensato a delle navi ‘spruzzanuvole’, che durante la navigazione vaporizzassero acqua nebulizzata nelle nuvole per renderle più chiare e brillanti, aumentandone la superficie riflettente.
Scaduto ormai il tempo a disposizione per costruire le navi salva-Artico, Salter ha pensato alla creazione di torri che sfruttassero lo stesso sistema di nebulizzazione, da collocare nelle isole Faroe per imbiancare le nuvole. Perché allora non imbiancare direttamente la superficie del mare, per mezzo di chicchi o microbolle galleggianti?
Non tutti gli scienziati però concordano sull’efficacia di questo metodo e avanzano non pochi dubbi e perplessità. Una cosa è certa, si è calcolato che il Polo Nord sparirà entro il 2020 e nel 2060 diventerà completamente navigabile. Per questo bisogna correre ai ripari nel più breve tempo possibile, per arginare il surriscaldamento globale, che sta progressivamente sciogliendo i ghiacci minacciando gravemente la biodiversità e mettendo a rischio ben 720 patrimoni dell’UNESCO, con una previsione di innalzamento delle temperature fino a quasi 5 gradi nei prossimi 100 anni.

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Dubbi e scetticismo

Uno studio pubblicato dal Carnegie Institution of Science, organizzazione privata no profit con sede a Washington, ha simulato gli effetti dell’imbiancamento del mare in un mondo con una concentrazione di CO2 quattro volte maggiore rispetto all’epoca preindustriale e in un Artico che ancora più caldo di 10 gradi. Ne è emerso che per ogni km quadrato imbiancato si recupererebbero tre quarti di km quadrato di ghiaccio, ma questo “non si tradurrebbe in un sostanziale raffreddamento” in grado di mantenere il permafrost.

“Imbiancare la superficie del Mar Glaciale Artico non sarebbe uno strumento efficace per compensare gli effetti dei cambiamenti climatici provocati dalle emissioni di gas serra“, evidenzia Ivana Cvijanovic del Carnegie. Inoltre “ridurre la luce solare a disposizione dell’ecosistema marino potrebbe avere conseguenze negative enormi”.

La soluzione più importante da percorrere è sempre quella di abbattere le emissioni di CO2.

“Dalla metà di questo secolo il Mar Glaciale Artico per una parte dell’anno sarà senza ghiaccio causando problemi ecologici come la perdita di biodiversità”, ammonisce Cvijanovic.