La sicurezza alla guida non passa attraverso l’uso di smartphone e tablet: usarli mentre si è al volante è molto più rischioso di quanto si pensi

I rischi legati all’uso del cellulare alla guida erano già noti, ciò nonostante soprattutto i giovani continuano imperterriti a guidare con lo smartphone in mano, chattando su WhatsApp o consultando Facebook.

Si rischia quanto l’ebbrezza

Eppure l’uso dei cellulari è stato bandito dalle auto quando si è al volante, se non con l’ausilio di auricolari che consentano al guidatore di mantenere il pieno controllo del mezzo. La legge su questo argomento è intransigente, forse proprio perché per gli italiani il cellulare alla guida è un inseparabile compagno di viaggio, ma ancora il 34% non utilizza l’auricolare o il vivavoce per chiamare.
Nonostante le sanzioni, il numero di incidenti legati a distrazioni al volante rimane molto elevato: il 20% di questi sono dovuti proprio all’utilizzo del cellulare, una causa che supera anche la guida in stato di ebbrezza e l’eccesso di velocità.

Si è calcolato che la composizione e l’invio di un messaggio richiede circa 10 secondi, circa 300 metri in termini di distanza percorsa in auto. Durante questo tratto di strada il guidatore si distare dal traffico che lo circonda. In particolare i rischi di “messaggiare” mentre si guida non si limitano al solo invio, ma anche alla ricezione delle notifiche: sarebbe sufficiente un semplice «bip», l’attivazione della suoneria o l’illuminazione del display per distrarre chi è al volante, anche in modo fatale.

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Occhio alle notifiche

A rilevarlo è uno studio della Florida State University, la cui analisi è stata pubblicata in questi giorni sulla rivista specializzata Journal of Experimental Psychology. Il test è stato effettuato su 150 volontari divisi in due gruppi, a cui è stato chiesto di lavorare al computer, ma i membri del secondo venivano disturbati in maniera continuativa da telefonate o notifiche di vario tipo. Ne è emerso che basta un semplice trillo o una vibrazione per distogliere l’attenzione del proprietario del telefonino dalle azioni che sta compiendo.
Un fattore disturbante che quindi non necessita necessariamente dell’interazione concreta con lo smartphone, ma è sufficiente il rumore o anche addirittura il pensiero di ciò che non è ancora stato ricevuto.
D’altra parte non è una novità che smartphone e tablet abbassino la nostra concentrazione, portandola addirittura ai livelli dei pesci rossi.