I polifenoli della frutta sono un valido aiuto contro Parkinson e Alzheimer, secondo uno studio della Fondazione Mach

Si tratta di una ricerca sull’accumulo di antiossidanti nel cervello, pubblicata sulla rivista dell’American chemical society, Acs Chemical Neuroscience.
Gli studiosi hanno indagato su cosa accade negli organi e nei fluidi dei mammiferi dopo aver consumato frutta, scoprendo che i metaboliti dei polifenoli, noti composti antiossidanti di frutta e verdura, sono in grado di accumularsi all’interno dell’organismo. Del resto, frutta e verdura sono un toccasana per la salute: se è già stato dimostrato che 7 porzioni al giorno allungano la vita e riducono del 20% il rischio di ictus, uno studio italiano ora ha calcolato che mangiare 200 grammi in più al giorno eviterebbe 20mila morti.

I polifenoli si accumulano nell’organismo

Un processo fondamentale per consentire poi un’eventuale interazione con i meccanismi cellulari. I polifenoli infatti sono risultati fondamentali nella prevenzione di alcune patologie legate all’invecchiamento cellulare e alla neurodegenerazione, quali morbo di Parkinson e l’Alzheimer. Di quest’ultima patologia, che sembra possa trasmettersi da paziente a paziente,  è stata scoperta la causa e anche individuato il meccanismo di formazione e per la diagnosi  basterà un semplice esame del sangue.

La ricerca è stata condotta in collaborazione con l’Università di Trento, realizzata da Mattia Gasperotti nell’ambito di un progetto di dottorato, coordinato da Urska Vrhovsek e iniziato nel 2010, intitolato “Polifenoli della frutta e il loro destino nei mammiferi”, svolto all’interno del dipartimento di Qualità alimentare e nutrizione della Fondazione Mach.

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Frutta per prevenire l’invecchiamento del cervello

Il lavoro è stato svolto in parte nei laboratori di metabolomica Fem, dotati di strumentazioni all’avanguardia, e in quelli dell’Università di Trieste per la parte di sperimentazione in-vivo. Gli scienziati hanno seguito il percorso dei metaboliti nel corpo, osservando che alcuni si distribuiscono velocemente all’interno dell’organismo e si accumulano in quantità elevate negli organi. E’ soprattutto una molecola comunemente presente nella nostra dieta, l’acido gallico, (presente nel vino e nei piccoli frutti) ad accumularsi in particolare proprio nel cervello.
Una tesi che supporta in modo decisivo il consumo della frutta nella dieta come la prevenzione delle malattie dell’invecchiamento.