Va al nostro Paese il primato negativo per l’uso scorretto e l’abuso di antibiotici, che favorisce lo sviluppo di super batteri

Non è la prima volta che si parla dell’Italia come Paese europeo con le più elevate percentuali di resistenza ai farmaci. Già a novembre del 2015 l’European Center for Diseases Control (Ecdc) aveva constatato un significativo incremento negli ultimi anni di super batteri, resistenti agli antibiotici, ceppi che si sono poi rafforzati grazie ad un uso scorretto dei farmaci o ad un abuso in molti Paesi, primo fra tutti l’Italia. Eppure l’ultimo Rapporto Osmed aveva messo in luce un calo nell’uso degli antibiotici, a fronte invece di un consumo aumentato di antidolorifici.

Nuove molecole

Ora l’allarme riemerge durante un convegno tenutosi a Roma, patrocinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità, dove sono stati richiesti suggerimenti su come poter combattere i superbatteri e sviluppando nuove molecole antibiotiche.

“La resistenza agli antibiotici è un problema allarmante, potenzialmente drammatico, perché cominciamo ad avere situazioni in cui i pazienti sono resistenti a quasi tutti gli antibiotici e questo vuol dire non avere più strumenti per curarli”, ha spiegato Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

I numeri della resistenza ai farmaci

Ogni anno in Europa sono registrate 4 milioni di infezioni da antibiotico resistenza e sono 37.000 i casi di decessi, con un costo parti a 1,5 miliardi di euro all’anno. In Italia le infezioni colpiscono ogni anno 284.000 pazienti portando a più di 4000 decessi.Polmonite e le infezioni del tratto urinario sono le complicazioni più diffuse. Ecco perché si rende indispensabile lo sviluppo di nuove molecole per arrestare questo fenomeno, ma prima di tutto occorre sensibilizzare la popolazione sull’uso corretto degli antibiotici.

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