L’Oms fornisce le linee guida per raggiungere il benessere psico-fisico ed evitare i danni sull’organismo legati all’eccessiva sedentarietà

Vivere in buone condizioni di salute non è un obiettivo così difficile da raggiungere, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms): basterebbero 20 minuti di attività fisica ogni giorno, per un totale di almeno 150 minuti a settimana.

I bambini dovrebbero muoversi di più

Se queste indicazioni sono valide per adulti e anziani, i bambini dovrebbero dedicarsi almeno 60 minuti al dì allo sport, praticando attività fisica moderata o intensa. Ma attenzione, come tutti gli eccessi anche esagerare con lo sport risulterebbe altrettanto dannoso.

L’Oms dà questi importanti suggerimenti nell’ambito della “Strategia per l’attività fisica OMS-2016-2020” per l’Europa, la cui edizione in Italia è stata curata, dall’Uisp-Unione Italiana Sport Per tutti. Dal report emerge anche un allarme per lo stato di sedentarietà, causa di ben 34 patologie diverse, in cui versano numerosi giovani, specialemente le ragazze. Secondo un recente studio australiano uno stile di vita che prevede scarsa attività fisica non solo sarebbe dannoso per le facoltà cognitive, ma  causerebbe anche attacchi di ansia nei più piccoli. Eppure la sedentarietà è una condizione che solo in Italia accomuna circa 24 milioni di persone ed è emerso che gli italiani, soprattutto i più giovani, sono tra i più pigri al mondo.

Gli obiettivi ideali da raggiungere

Solo il 34% degli adolescenti europei di età compresa tra 13 e 15 anni risulta fisicamente attivo ai livelli consigliati, contribuendo all’aumento dei bambini sovrappeso ed obesi in Europa, soprattutto tra le fasce socioeconomiche più deboli.  L’ideale sarebbe accrescere il livello di attività fisica in tutta la popolazione, raggiungendo contemporaneamente tre importanti obiettivi, come dichiara l’Oms:

“ottenere una riduzione relativa del 25% della mortalità precoce dovuta a malattie cardiovascolari, tumori, diabete o malattie respiratorie croniche; ottenere una riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale, contenere la prevalenza dell’ipertensione; fermare l’aumento del diabete e dell’obesità”.

L’Uisp, con un convegno tenutosi a Roma, è concorde nel raggiungimento dei medesimi obiettivi,  per “cambiare il volto delle città lo stile di vita delle persone”.

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