Dalle irritazioni della pelle alle infezioni, uno studio americano fa luce sulle possibili conseguenze dei tatuaggi

I tattoo sono diventati così diffusi che ormai sembra quasi strano incontrare qualcuno che non ne ha nemmeno uno. Ma quanti conoscono davvero i rischi legati all’arte di inchiostrare la pelle? A nessuno viene il dubbio che possano nuocere alla salute?

Complicazioni post-tatuaggio

Secondo un recente studio condotto dalla Langone University di New York i tattoo aumentano il rischio di infezioni e allergie nel il 10% dei tatuati. Decisamente in controtendenza rispetto all’altra recente ricerca americana secondo cui i tatuaggi fanno bene: soprattutto chi ne ha tanti avrebbe un organismo con una risposta immunitaria più immediata rispetto a chi si tatua per la prima volta.

Analizzando un campione statistico pari a 300 persone tatuate prese a caso per strada, gli studiosi hanno vagliato le risposte, scoprendo un’ampia percentuale di tatuati che soffriva di problematiche post-tatuaggio, complicazioni di salute anche persistenti, della durata di oltre 4 mesi.

Un quadro sottostimato

Tra i fastidi lamentati si va dall’infezione batterica all’ipersensibilità verso l’inchiostro impiegato nei tatuaggi. Si delinea così un quadro preoccupante, che porta a legittimare le misure precauzionali che hanno recentemente imposto il ritiro dai mercati di numerosi lotti di vernice considerati tossici e potenziale fonte di insorgenza di problematiche legate a cefalee e complicazioni epatiche.

Inoltre gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità considerano questi dati sottostimati e ritengono che in Italia siano oltre il 50% di coloro che decidono di farsi tatuare a sviluppare poi una serie di problematiche più o meno gravi di salute.

Ecco perché è fondamentale affidarsi solo a studi certificati e considerare l’ipotesi di andare incontro ad eventuali allergie, evitando il tatuaggio se si sa già di avere un’epidermide facilmente irritabile.

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