Home salute e benessere Alcol, la predisposizione a bere sarebbe genetica

Alcol, la predisposizione a bere sarebbe genetica

Un gene è responsabile della capacità di regolarsi con il consumo di alcol

E’ quanto emerso da un studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze da un gruppo internazionale guidato dal King’s college di Londra, con la collaborazione in Italia dell’Università di Trieste e l’Ospedale “Burlo Garofolo” della città giuliana.

Dal monitoraggio di oltre 105mila europei sono state individuate due varianti del gene β-Klotho, che sarebbero alla base della propensione di un individuo ad eccedere nell’alcol, un’abitudine che può portare allo sviluppo di sette tipi diversi di tumore.

Una variante genetica

“Lo studio ha identificato una variante del gene β-Klotho, collegata alla regolazione del consumo di alcol”, ha spiegato al giornale della Ut southwestern medical center uno degli autori, il dottor David Mangelsdorf. “La variante meno frequente” di questo gene, “che si osserva approssimativamente nel 40% delle persone in questo studio, è associata a un minor desiderio di bere alcol”.

L’intervento di questo è determinante nella comprensione della ricettività ad alcuni ormoni che permettono di limitarsi nell’assunzione di bevande alcoliche. La variante “favorevole” del β-Klotho produce infatti dei recettori relativi all’ormone FGF19, secreto dall’intestino e al Fgf21, rilasciato dal fegato in condizioni di stress. Ion questi casi il sistema nervoso centrale può dunque diventare ricettivo al Fgf21, rilasciato dopo il consumo di alcol e moderare il desiderio di bere ancora. In Italia sono 8,5 milioni i casi di abuso di alcol, soprattutto tra i giovani, ormai divenuti incapaci di distinguere lo stato di ebbrezza dall’ubriachezza vera e propria. Una pratica che, oltre a distruggere il sistema immunitario, fa male anche al cuore, aumentando di 8 volte il rischio di aritmie cardiache.

Nuovi farmaci 

I test sulle cavie hanno confermato il ruolo di questo gene. “Esiste tuttavia anche un asse fegato-cervello, sperimentato sui topi”, spiega la ricercatrice Daniela Toniolo, capo dell’unità di Genetica delle malattie comuni dell’Ospedale San Raffaele di Milano. “Eliminando il gene per il recettore Klotho nel cervello, il consumo di alcol aumenta. Con ciò abbiamo individuato una via metabolica molto precisa su cui potremo agire per ridurre il consumo di alcol”.

Uno studio che potrebbe aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie famacologiche: “Queste scoperte” sui “meccanismi che regolano il consumo di alcol”, si legge nell’introduzione dello studio, “potrebbero essere trattabili farmacologicamente per ridurne l’assunzione”.