Peperoncino, mangiarlo 4 volte a settimana dimezza il rischio di infarto e ictus

Fra i molteplici benefici della spezia afrodisiaca uno studio la associa alla longevità

Non è una novità che il peperoncino abbia molteplici proprietà benefiche: oltre a far bene alla linea, allevia i dolori e persino lo stress, tanto da essere considerato un vero e propio elisir di lunga vita.

Tutti fattori presi in considerazione dalla ricerca pubblicata su Plos One, condotta dagli scienziati dell’University of Vermont College of Medicine di Burlington, negli Stati Uniti, che legano il consumo di peperoncino rosso piccante ad una riduzione del 13% della mortalità generale e alla capacità di prevenire il rischio di ictus e cardiopatie.

Mangiare piccante riduce la mortalità

Condotto in base ai dati raccolti dal National health and nutritional examination survey III, lo studio ha monitorato l’alimentazione di più di 16mila cittadini americani di almeno 18 anni.

I risultati hanno evidenziato che la mortalità totale tra i consumatori di peperoncino era del 21,6% rispetto al 33,6% dei non consumatori.

Già una precedente ricerca aveva rilevato che chi consuma frequentemente peperoncino sembra arriva a ridurre del 10% il rischio di mortalità. In generale mangiare piccante dalle tre alle sette volte a settimana ridurrebbe il rischio di mortalità addirittura del 14%.

Il potere della capsaicina

La maggior parte dei meriti di questa spezia sono da attribuire alla capsaicina, che ha la capacità di accelerare il metabolismo e quindi di indurre la perdita di peso e regolare il flusso sanguigno coronarico.

Il peperoncino rosso è anche un potente antibatterico che influisce sulla flora intestinale e contiene sostanze nutrienti come vitamina B, C e pro-vitamina A.

I ricercatori concludono così: “Anche se il meccanismo attraverso cui il consumo di peperoncini potrebbe ritardare la mortalità è tutt’altro che certo, la relazione osservata potrebbe essere dovuta all’azione dei canali Transient receptor potential (Trp), che rappresentano i recettori primari delle sostanze piccanti, come la capsaicina (la componente principale del peperoncino). Sulla base dei risultati del nostro studio, che confermano i dati ottenuti da ricerche precedenti, potrebbe essere possibile affermare che il consumo del peperoncino o di cibo piccante potrebbe diventare una raccomandazione dietetica”.

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