Non tutti i regimi alimentari vegetariani riducono il rischio di cardiopatia, alcuni producono l’effetto contrario

La dieta vegetariana è da sempre oggetto di numerosi dibattiti circa i suoi effetti sulla salute. I sostenitori di questo tipo di alimentazione fanno leva sui benefici, sostenendo che 7 porzioni al giorno allungano la vita , riducono del 20% il rischio di ictus e tengono lontano il diabete.

Esistono tuttavia ricerche che vanno in controtendenza, come un recente studio secondo il quale questo tipo di alimentazione porterebbe a una mutazione genetica dannosa.Non è la prima volta che la scienza mette in dubbio i benefici dell’alimentazione “green”, che secondo uno studio dell’Università di Oxford non porterebbe a un aumento delle longevità, come molti sostengono, considerando questa dieta un vero e proprio elisir di lunga vita. Ad arricchire la schiera dei detrattori arriva uno studio della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston secondo il quale alcuni tipi di dieta vegetariana prevedono il consumo di molti cereali e zuccheri raffinati, mettendo quindi a rischio di sviluppare cardiopatie rispetto a coloro che seguono diete con un minimo quantitativo minimo di questi alimenti.

Vegetariana sì, ma solo cibi sani

Il rapporto tra alimentazione vegetariana e salute cardiovascolare è stato indagato da Ambika Satija e colleghi, che hanno analizzato i dati di tre studi precedenti in cui i pazienti erano stati intervistati sulla loro alimentazione a intervalli di pochi anni e hanno individuato quanti di questi avessero sviluppato una cardiopatia. Un lavoro che ha coinvolto complessivamente un totale di 210.298 persone. In 20 anni, 8.631 avevano sviluppato una malattia delle coronarie.

I partecipanti sono stati divisi quindi in 10 gruppi, a seconda di quanto strettamente avevano aderito a una dieta vegetariana.

Coloro che si erano attenuti strettamente al regime vegetariano presentavano un rischio inferiore dell’8% di cardiopatia rispetto a quelle che seguivano un’alimentazione meno rigida. La ricerca ha confrontato gruppi di persone le cui diete prevedevano i cibi vegetariani più salutari  (riso integrale, frutta, verdura e noci) con un gruppo che consumava questi cibi in quantità minime. I primi presentavano il 25% in meno delle probabilità di sviluppare una cardiopatia rispetto a ai secondi.

Colore che seguivano una dieta con cibi vegetariani meno sani (cereali raffinati, bevande zuccherate, patate e dolci) avevano il 32% in più delle possibilità di sviluppare una cardiopatia rispetto ai soggetti che avevano ridotto al minimo questi alimenti.

Leggi anche:  La Settimana Mondiale del Cervello: comprendere e promuovere la salute del cervello