Nel suo libro “Why we sleep” Matthew Walker ci spiega i vantaggi del dormire bene
Non serve chissà quale elisir per aumentare le aspettative di vita: sarebbe sufficiente dormire almeno 8 ore per notte. Un’affermazione che non suona certo come una novità, dato che è stato ampiamente dimostrato come una scarsa qualità del sonno possa causare danni al cervello e mettere a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. D’altra parte, dormire bene giova alle attività cerebrali, rinforzando la memoria e migliorando le capacità di apprendimento.
Un fenomeno da non sottovalutare
Ma quante ore bisogna dormire per stare bene? Se la qualità del sonno è di fondamentale importanza per la salute, sulla quantità di ore che sarebbe opportuno dormire la ricerca ritratta e sostiene che oltre le 8 ore di sonno aumenta i rischio di ictus. Dunque dormire 8 ore sarebbe l’ideale e a sostenerlo è anche Matthew Walker, il direttore del Center for Human Sleep all’università di Berkeley in California, che nel suo ultimo libro “Why we sleep” mette in guardia sui rischi legati alla privazione del sonno. L’insonnia è un problema che affligge la società moderna più di quanto si possa immaginare, basti pensare che solo a Milano a causa dei ritmi frenetici e dello stress da lavoro si consumano oltre 6.100 sonniferi al giorno nel tentativo di dormire sonni tranquilli. Sono 9 milioni gli italiani che soffrono di insonnia cronica, una condizione che porta il cervello ad uno stato paragonabile a quello dell’ebbrezza.
Lo stesso Matthew ha dichiarato: “Perché la vita d’oggi ci spinge a dormire sempre meno, senza tenere sufficientemente conto degli effetti pericolosi del fenomeno”.
Ecco perché il professore ritiene che il sonno sia strettamente correlato alle aspettative di vita, per cui meno si dorme meno si vive e il sonno perso non sarebbe recuperabile nel tempo.
Che cosa ci tiene svegli?
Sarebbero numerosissime le patologie legate alla privazione del sonno, ricorda Walker: “Ogni aspetto della nostra vita biologica viene intaccato e condizionato dal riposo notturno. E purtroppo nessuno fa abbastanza per cambiare le cose”.
L’unico modo per sottrarsi agli effetti nefasti della scarsa qualità del sonno sarebbe dormire almeno 8 ore per notte, una soglia sotto la quale non si dovrebbe mai scendere.
A minare il sonno delle persone non sono solo le preoccupazioni legate al lavoro, ma l’insieme degli impegni quotidiani, la vita sociale, i figli da crescere, nonché l’utilizzo dei social network che aggraverebbe il quadro complessivo della situazione. Se il libro di Walker in realtà non mette in luce niente di nuovo, aiuta però a evidenziare un problema che sta assumendo proporzioni enormi, tanto che si potrebbe parlare di una sorta di “epidemia” di insonnia, sempre più diffusa negli ultimi tempi.