Nell’ipercolesterolemia i formaggi devono essere eliminati completamente? No. Non è vero che latticini e formaggi debbono essere eliminati, ma solo consumati nelle corrette quantità e frequenza. Con la loro eliminazione rinunciamo ad un ottimo apporto di calcio, proteine ad alto valore biologico e molte vitamine, in particolare quelle del gruppo B come la B12, e la A, oltre a minerali antiossidanti come zinco e selenio.

La porzione raccomandata dai LARN della SINU (Livelli Assunzione di Riferimento Nutrienti della Società Italiana di Nutrizione Umana) è di 50 grammi di formaggio stagionato e di 100 grammi di formaggio fresco, la frequenza settimanale come secondo piatto è di 2-3 volte alla settimana. Una porzione di Grana Padano DOP apporta 54 mg di colesterolo e può essere consumato anche 3 volte a settimana come pietanza in sostituzione di una porzione di carne o uova senza accrescere il livello di colesterolo assunto, infatti una porzione di petto di pollo ne apporta 60 mg e un uovo ben 222. Questo formaggio non apporta più colesterolo del pollo e molto meno dell’uovo, quindi possono essere assunte tranquillamente le 3 porzioni alla settimana come pietanza, oltre che essere consumato quotidianamente grattugiato (10g, un cucchiaio) per insaporire i primi piatti come pasta o passati di verdura al posto del sale. La prima prevenzione, per non incorrere in ipercolesterolemia, la si fa appunto cercando di introdurre una quantità non eccessiva di colesterolo, per questa ragione si può affermare che il Grana Padano DOP, inserito in un regime alimentare equilibrato, può essere presente nella dieta anche di chi soffre già d’ipercolesterolemia.

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In caso d’ipertensione arteriosa i formaggi devono essere eliminati completamente? No. Non è vero che latticini e formaggi debbono essere eliminati, ma solo consumati nelle corrette quantità e frequenza settimanale. Uno studio recente ha evidenziato che in 30 pazienti con ipertensione moderata, dopo aver consumato quotidianamente 30 g di Grana Padano DOP stagionato 12 mesi per 60 giorni, si è verificato un significativo calo della pressione arteriosa. Lo studio clinico, realizzato dall’Unità Operativa di Ipertensione dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, guidata dal Dr. Giuseppe Crippa, e dall’Istituto di Scienze degli Alimenti della Nutrizione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha iniziato lo studio dopo aver constatato che alcuni frammenti proteici, chiamati tripeptidi, si generano naturalmente durante la stagionatura del Grana Padano. Queste molecole hanno un importante effetto biologico poiché sono in grado d’inibire l’angiotensina (ACE), un ormone che provoca vasocostrizione aumentando la pressione arteriosa. Una funzione che hanno anche i farmaci più noti (ACE inibitori) utilizzati nella terapia dell’ipertensione. La ricerca ha messo in luce che nei pazienti sottoposti allo studio l’assunzione di Grana Padano DOP non ha fatto aumentare la pressione, anzi, è presumibile che abbia contribuito a ridurla, di 6mmHg della pressione sistolica e 5mmHg della pressione diastolica senza peraltro aumentare né il peso né i livelli di colesterolo, trigliceridi e glicemia.  Lo studio è stato presentato nel maggio del 2016 al Congresso dell’American Society of Hypertension a New York e premiato dalla Società Internazionale di Ipertensione (ISH) riunitasi a Seul nello stesso anno come miglior studio clinico tra i circa 2.000 studi presentati da studiosi di tutto il mondo. Si può quindi affermare che il Grana Padano DOP può essere inserito nella dieta equilibrata anche di chi soffre d’ipertensione.