Home salute e benessere Influenza, i cardiopatici over 35 a rischio di infarto

Influenza, i cardiopatici over 35 a rischio di infarto

Tra le complicanze più rischiose del virus influenzale c’è l’attacco cardiaco se si soffre malattie cardiovascolari

Anche una banale influenza potrebbe nascondere rischi più seri per la salute e in alcuni casi rivelarsi addirittura fatale. Alcune ricerche hanno infatti evidenziato che chi soffre di cardiopatie, se colpito da virus influenzale potrebbe incorrere in gravi complicanze. Oggi uno studio dell’Institute for Clinical Evaluative Sciences di Toronto conferma questa tesi e mette in guardia queste persone sul rischio di essere colpite da infarto, una probabilità fino a sei volte superiore rispetto a chi non soffre di malattie cardiache.

Anziani più a rischio

Una settimana dopo la fine dei sintomi il rischio sparisce ed è comunque maggiore negli anziani, nelle persone colpite da virus B e in chi è al primo infarto. Già in precedenza era stata osservata la relazione tra virus e infarti, ma questo studio è il primo che ha indagato casi confermati da test di laboratorio. La ricerca ha infatti analizzato i dati di oltre 20mila persone. In 332 casi i pazienti hanno avuto un attacco cardiaco entro un anno dalla diagnosi di influenza confermata da analisi di laboratorio. La maggior probabilità di infarto è stata osservata anche per altre malattie respiratorie, ma in misura minore rispetto all’influenza. I più vulnerabili sono gli anziani e chi ha già dei fattori di rischio. Secondo un recente studio anche un uso eccessivo di antinfiammatori aumenterebbe le probabilità di attacco cardiaco.

L’importanza della vaccinazione antinfluenzale

«I nostri risultati sono importanti perché un’associazione tra influenza e infarto del miocardio rinforza l’importanza della vaccinazione» commenta il dottor Jeff Kwong, autore principale dello studio. «I nostri risultati – afferma Jeff Kwong – combinati con i risultati di altri studi precedenti in cui era emerso che la vaccinazione antinfluenzale riduce gli eventi cardiovascolari e la mortalità, supportano le linee guida che raccomandano la vaccinazione in chi è a rischio infarto».