L’Oms allerta sui gravi rischi per la salute legati al consumo di cibi ricchi di grassi

Tra le varie conseguenze negative del consumo del cosiddetto “junk food” potrebbe esserci anche l’aumento del rischio di sviluppare tumori. A comunicarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che tramite l’Ufficio europeo  diretto da Zsuzsanna Jakab dichiara che “I nostri governi hanno dato alla prevenzione dell’obesità infantile la massima priorità politica. Tuttavia, costantemente scopriamo che i bambini – il nostro gruppo più vulnerabile – sono esposti a innumerevoli tecniche di marketing digitali nascoste che promuovono alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale”.

I danni del junk food

Il cibo spazzatura dei fast food potrebbe anche impattare negativamente sulle difese immunitarie, rendendo i nostri meccanismi di difesa più aggressivi sul lungo termine e favorendo lo sviluppo di aterosclerosi e diabete. Questo tipo di alimentazione sarebbe dannoso anche per la mente, rallentando il funzionamento del cervello e rendendoci più pigri. Sembra che la tendenza a mangiare cibo spazzatura sia più diffusa tra le persone che dormono poco, del resto chi non dorme mangia spesso di notte, aumentando il rischio di danneggiare le facoltà cognitive con gli spuntini consumati durante le ore piccole.

Jakab prosegue dichiarando che “i genitori potrebbero essere inconsapevoli o sottovalutare l’impatto nocivo del marketing digitale, ma questo rapporto rende chiaro l’effetto di tale vendita sui nostri figli. È responsabilità dei politici di riconoscere la nuova minaccia rappresentata dal marketing digitale di cibo per i bambini e di agire rapidamente”.

Bisogna proteggere i bambini

Ecco perché l’Oms chiede agli Stati di intervenire e proteggere i più piccoli dal marketing digitale dei prodotti ‘nutrizionalmente squilibrati’. Anche Gauden Galea, direttore della Divisione malattie non trasmissibili e promozione della salute dell’Oms Europa, sottolinea che in Europa il 25% dei bambini in età scolare sono in sovrappeso oppure se non obesi e “oltre il 60% dei bimbi sovrappeso prima della pubertà sarà sovrappeso anche in età adulta. Ciò fa presagire un futuro cupo, perché sappiamo che sovrappeso e obesità sono fattori chiave di rischio per malattie cardiovascolari, cancro e diabete”.

Galea conclude il suo intervento dichiarando che “permettere all’industria alimentare di commercializzare prodotti ad alto contenuto di sale, grassi e zuccheri ai bambini attraverso piattaforme digitali, senza regole adeguate, può avere enormi conseguenze sanitarie ed economiche”.

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