Scoperto un composto che sembra possa prevenire la progressione dell’Alzheimer

I passi avanti fatti negli ultimi anni nell’ambito della lotta contro l’Alzheimer stanno portando a risultati sempre più concreti nella direzione di una cura definitiva della malattia, che sembra si possa trasmettere attraverso il sangue. Recentemente un gruppo di scienziati italiani ha individuato il ruolo chiave di una regione cerebrale nello sviluppo dell’Alzheimer; un’ulteriore speranza arriva oggi da uno studio della Cleveland Clinic, che avrebbe individuato in un composto la soluzione per prevenire la progressione di questa patologia, considerata la piaga dell’epoca moderna.

Il Professor Mohamed Naguib e il suo team hanno scoperto questo composto quasi per caso, durante una serie di verifiche condotte su un farmaco usato per il controllo del dolore neurologico nei pazienti sottoposti a chemioterapia.

Il composto avrebbe proprietà antinfiammatorie che sarebbero in grado di curare anche altre patologie, tra cui la malattia di Alzheimer.

Come agisce sul cervello e la memoria

Al momento si tratta di una scoperta correlata e lo studio è ancora limitato al modello animale, saranno quindi necessari ulteriori ricerche focalizzate su questo mix di sostanze chimiche, chiamato MDA7, e sulla loro azione sulla progressione della malattia di Alzheimer. Ciò nonostante lo studio è potenzialmente molto interessante e nel modello utilizzato la sostanza ha dimostrato di essere efficace non solo nel prevenire la progressione della malattia, ma anche nel ripristino di alcune funzioni vitali del cervello e della memoria.

I risultati, che mostrano i risultati positivi finora raggiunti dai ricercatori, sono stati pubblicati sulla versione online della rivista scientifica Neurobiology Of Aging.

MDA7 interagisce con i recettori nel cervello che svolgono un ruolo nei processi neuro-degenerativi della malattia. Anche memoria che funzioni cognitive risultano riparate, così come la plasticità sinaptica.

L’obiettivo è arrivare ad un composto da cui si possa produrre un farmaco specifico per il controllo e la cura dell’Alzheimer, una speranza che potrebbe diventare presto realtà.

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