I probiotici aiuterebbero a dimagrire e a curare le malattie degenerative

Da uno studio condotto presso le università di Tor Vergata, La Sapienza e il Policlinico Gemelli arriva una scoperta che potrebbe rivoluzionare l’approccio all’alimentazione e alla cura delle malattie degenerative. La ricerca ha indagato infatti i meccanismi che legano i principi nutrizionali alla funzione immunitaria, con l’obiettivo di identificare la migliore dieta per l’aumento della immunoterapia contro i tumori. Sotto osservazione è stato soprattutto il microbiota intestinale, considerato un vero e proprio “organo” e il suo impatto sul sistema immunitario. Si tratta di un insieme di batteri che convivono con noi dalla nascita e che potrebbe avere un ruolo importante nel combattere i tumori.

8 ceppi batterici scelti

L’indagine è stata condotta con il supporto di una piccola azienda farmaceutica, la Italfarmacia di Tor Sapienza del professor Mario Marchetti, che ha collaborato con l’Università seguendo una sperimentazione sia su soggetti sani che su persone con patologie degenerative. Ai soggetti è stato somministrato un integratore innovativo da 120 miliardi di probiotici, con 8 ceppi batterici scelti tra quelli più frequenti nel microbiota di persone sane, per cercare di capire che influenza potesse avere sul corpo umano.

“Abbiamo sperimentato – conferma la professoressa Laura Di Renzo, docente della sezione nutrizione clinica e nutrigenomica dell’Università di Tor Vergata – una miscellanea di probiotici con effetti positivi sia sul controllo del peso e dell’ansia che, ancora in fase di sperimentazione, come microbiota boccale. Integratori che, per l’Aifa, non necessitano di sperimentazione che noi abbiamo scelto di fare perché fondamentale per i nostri studi sostenuti dal professor Marchetti che, da imprenditore, ha creduto nella ricerca in quell’ottica di Università 4.0 che mette in rete scienza, ricerca e industria”.

Una ricerca “ad iniziativa”

“Abbiamo accettato di buon grado – conferma il professor Mario Marchetti, della Italfarmacia – l’idea di uscire con un integratore innovativo di 120 miliardi di probiotici, con ben 8 ceppi batterici, che dà risultati molto interessanti. Siamo vicini alla ricerca e restiamo a disposizione dell’Università per continuare questa collaborazione”. “L’innovazione di questo studio – sottolinea il direttore della scuola di specializzazione in scienze dell’alimentazione, professor Antonino De Lorenzo – è che anziché la consueta ricerca “ad inseguimento” in questo caso abbiamo potuto portare avanti una ricerca ad iniziativa, scegliendo noi un processo da seguire che, ormai da due anni, stiamo approfondendo”.

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