Uno studio americano dimostra che non esiste una relazione diretta tra l’assunzione di zucchero e l’insorgenza del diabete

Lo zucchero è da sempre al centro di pareri contrastanti riguardo ai suoi effetti benefici o negativi per la nostra salute. Se recentemente si è scoperto che ha importanti proprietà cicatrizzanti, aiutando a rimarginare le ferite, altri studi rivelando che assumerne troppo manda in tilt il cervello, compromettendone le funzionalità e danneggiando la memoria.  Ecco perché l’OMS raccomanda di ridurne il consumo giornaliero, per apportare benefici alla salute: se le linee guida fissano formalmente al 10% il fabbisogno calorico giornaliero derivante dallo zucchero, il 5% sarebbe il valore raccomandato.

Tuttavia lo zucchero viene oggi assolto da una frequente accusa, quella di causare direttamente il diabete di tipo 2. A scagionarlo è un team studiosi americani coordinato da esperti della Scuola di nutrizione e promozione della salute presso il College of Health Solutions dell’Università Statale dell’Arizona. All’indagine hanno collaborato anche scienziati della prestigiosa Scuola di Medicina dell’Università di Harvard e della Division of Public Health Sciences presso l’Università di Seattle. In realtà il diabete di tipo 2 è tecnicamente scatenato dalla carenza di insulina, l’ormone deputato al controllo della glicemia.

Uno studio oggettivo

Lo studio, coordinato da Natasha Tasevska, è stato condotto su oltre 80mila donne seguite per 16 anni in seno al progetto di ricerca Women’s Health-Observational Study. Sono stati analizzati i livelli di zucchero nell’organismo delle partecipanti in post menopausa attraverso un biomarcatore rilevato nei campioni di urine. L’associazione tra livelli di zuccheri e patologie è solitamente legata alla compilazione di questionari “self-reported”, la cui precisione non è oggettiva e non è paragonabile a quella della misurazione di un biomarcatore.

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Dall’analisi statistica dei dati, coadiuvata da un algoritmo messo a punto dagli scienziati, è emerso che le concentrazioni di zuccheri non avevano alcuna relazione diretta con lo sviluppo del diabete di tipo 2 e con quella di eventi cardiovascolari.