Uno studio formula una nuova teoria sulle anomalie nel movimento dei corpi celesti distaccati
Non ci sarebbe nessun misterioso nono pianeta al di là di Nettuno. A distanza di un anno dai dubbi sollevati sulla sua esistenza, oggi una nuova teoria avanzata dai ricercatori dell’università del Colorado a Boulder, coordinati dall’astrofisico Jacob Fleisig, fa cadere questa ipotesi. Secondo lo studio presentato a Denver al convegno della Società americana di Astronomia, le anomalie comportamentali dei corpi celesti ai confini del Sistema Solare si basano sui loro movimenti caotici. Un’ipotesi derivata da una simulazione messa a punto per spiegare la strana orbita del pianeta nano Sedna, che si trova a circa 12 miliardi di chilometri dalla Terra, così lontano da sembrare distaccati dal resto del Sistema Solare. Questo piccolo mondo ghiacciato, ha un’orbita di 10.500 anni intorno al Sole, di forma molto ellittica: quando raggiunge il punto più distante dal Sole si trova a 130 miliardi di chilometri dalla nostra stella, mentre nel punto più vicino si mantiene a notevole distanza da Nettuno.
Un “autoscontro cosmico”
Finora si è cercato di spiegarne l’orbita ipotizzando l’esistenza di un nono pianeta non ancora individuato, al di là di Nettuno, che potrebbe aver disturbato le orbite di Sedna e altri cinque corpi celesti ai confini del Sistema Solare. La simulazione invece indica che le orbite di Sedna e dei suoi ‘compagni’ potrebbero essere il risultato degli scontri fra questi stessi corpi celesti. Fleisig ha spiegato che le collisioni modificano le orbite di questi mondi di ghiaccio, teoria che potrebbe fornire una spiegazione anche all’estinzione dei dinosauri. Una sorta di ‘autoscontro’ cosmico, che potrebbe interessare anche corpi celesti più piccoli come le comete o piccoli corpi rocciosi e che potrebbero essere sparati verso il sistema solare interno, anche in direzione della Terra. Un meccanismo simile potrebbe aver scagliato verso la Terra il corpo celeste che ha causato l’estinzione dei dinosauri.