Ecco quali saranno i sintomi e i consigli per proteggersi
Quando e come colpirà il virus dell’influenza nel 2019? In controtendenza rispetto agli ultimi anni, quando il picco dei casi si era registrato nei primi giorni del nuovo anno, sembra che la fase più acuta della sindrome influenzale sia prevista per la fine di gennaio e l’inizio di febbraio.
L’odiato virus dell’influenza, che si differenzia dalle diffuse sindromi parainfluenzali per la manifestazione simultanea di più sintomi e di maggiore intensità, ha già messo a letto oltre 1,5 milioni di italiani e tra questi più di 256mila si sono ammalati nell’ultima settimana presa in esame dal bollettino. E’ un crescendo che avrà il suo culmine verso la fine del mese e che nel complesso porterà a circa 5 milioni gli italiani ammalati nel 2018/2019.
Che sintomi avrà l’influenza nel 2019?
Quest’anno l’influenza, causata da virus del genere Orthomixovirus, provocherà febbre alta, dolori muscolari e articolari, spossatezza, rinorrea (il naso che cola), mal di gola e diversi sintomi respiratori. In alcuni casi si avranno anche sintomi gastrointestinali, associati a picchi di febbre meno intensi.
Come sempre le categorie più a rischio sono anziani, bambini e pazienti con malattie croniche che debilitano il sistema immunitario, ma la prognosi di guarigione normalmente è di una settimana o poco più. Tuttavia non è da trascurare la tosse, che può durare più a lungo, come anche un senso di malessere generale.
Cosa fare per tenerla lontana
Chi non ha ancora fatto il vaccino per l’influenza del 2019 e avesse intenzione di farlo ora, è bene sapere che sono necessari circa 15 giorni perché diventi efficace e quindi a questo punto della stagione si è al limite per cercare di evitare il picco.
Esistono però altri accorgimenti per cercare di tenere lontana l’influenza, come rispettare semplici norme igieniche, lavandosi spesso le mani.
Chi ha un sistema immunitario deficitario sarebbe meglio usasse anche la mascherina, soprattutto in luoghi pubblici e chiusi, dove il virus può essere veicolato più facilmente.
Secondo una ricerca britannica la vitamina D ha straordinarie capacità di intervento sul sistema immunitario e aiuterebbe quindi a proteggersi da influenza e raffreddore.
Chi invece si è già vaccinato, deve però tenere presente che questo non esclude a priori di ammalarsi, ma riduce gli effetti della sindrome influenzale e soprattutto può proteggere dalle complicanze più gravi, che soprattutto per i soggetti a rischio possono avere conseguenze anche molto gravi, persino letali.
Tra le complicanze più rischiose del virus influenzale c’è l’attacco cardiaco se si soffre malattie cardiovascolari e se si ha più di 35 anni.