L’impianto è in grado di riparare lesioni in pochi mesi

Grazie alla tecnologia della stampa in 3D è stato ideato un rivoluzionario impianto in grado di riparare un midollo spinale lesionato. A ottenere questo straordinario risultato sono stati i ricercatori dell’Università californiana di San Diego, coordinata da Mark Tuszynski, che hanno stampato un midollo spinale in 3D, al cui interno hanno inserito cellule nervose staminali. Impiantato per la prima volta nei ratti, questo sistema si è rivelato in grado di riparare nel giro di pochi mesi i danni presenti nel fascio di neuroni.

Un’impalcatura che ricrea le strutture del sistema nervoso

Si tratta di una sorta di impalcatura capace di ricreare le reali strutture del sistema nervoso centrale, come spiega Shaochen Chen, uno degli autori della ricerca:

“Come un ponte, esso allinea gli assoni – cioè i cavi che permettono lo scambio di informazioni tra i neuroni – da un capo all’altro del midollo spinale lesionato. Gli assoni possono diffondersi e ricrescere in ogni direzione, ma l’impalcatura li ‘guida’ nella giusta direzione, durante la crescita, per completare le connessioni del midollo spinale”.

L’impianto è composto da dozzine di minuscoli canali e ha quindi la funzione di dirigere la crescita delle cellule staminali neuronali e degli assoni lungo il midollo lesionato. Dopo il suo inserimento in vari punti del fascio di neuroni danneggiato, l’impianto ha consentito di ricostruire nuovi tessuti intorno alla zona lesionata nel giro di pochi mesi, portando al recupero delle funzioni motorie delle zampe posteriori dei ratti. E’ stata inoltre creata una rete di vasi sanguigni funzionanti, che ha aiutato le cellule staminali a sopravvivere.

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Verso l’impianto per l’uomo

Se con le tecniche tradizionali sarebbero servite diverse ore anche per ricreare strutture molto semplici, grazie alla stampa in 3D gli impianti messi a punto per i ratti, con una dimensione di due millimetri, sono stati costruiti in solo 1,6 secondi.

Questo procedimento sarebbe applicabile anche all’uomo, direzione verso la quale si stanno già muovendo i ricercatori, che hanno stampato impianti di 4 centimetri in soli 10 minuti, modellati sulle lesioni di un midollo umano.
Prima di arrivare all’uomo il passo successivo però sarà quello di testare questa tecnica su animali più grandi.