La quattordicesima edizione, dal 3 al 6 ottobre 2024 a Villa Erba a Cernobbio, sul Lago di Como, è dedicata alle piante per la fitodepurazione, mentre il tema è la terra. Un inno al mondo vegetale che ripara i danni causati dall’uomo, una preghiera a essere più consapevoli dell’importanza del suolo

Gli ingranaggi di Orticolario si stanno già muovendo con sollecitudine in vista della quattordicesima edizione, in programma dal 3 al 6 ottobre 2024 a Villa Erba, a Cernobbio, sul Lago di Como. Il titolo “Terrae” svela sia il tema, la terra, sia le piante protagoniste, quelle per la fitodepurazione. E al di là delle coordinate tematiche e botaniche che ogni anno cambiano e fanno da fil vert all’edizione, quest’anno l’evento riserva diverse novità.

Orticolario 2024: il tema

Il titolo, Orticolario “Terrae”, è evocativo. Dal latino, “alla terra”. Dopo l’immersione totale nell’acqua, principio guida di Orticolario 2023,  l’edizione 2024 vuole essere ode e preghiera al suolo, vuole tornare all’essenza di tutto. Ed ecco il tema, la terra, quella con la t minuscola, che, pur nutrendo e donando vita, è tuttora una grande sconosciuta.
La terra è il principio e la fine. È madre perché permette la vita di piante e animali, umani compresi. Orticolario 2024 vuole celebrarne l’importanza. Ribadirne la priorità. Ricordare l’urgenza di non darla per scontata, di proteggerla, di trattarla bene. Nell’antichità, tutte le culture veneravano una divinità materna della terra: per i greci si chiamava Demetra, per i romani Cerere, per gli inca, i quechua e altri popoli andini era Pachamama. Per tutti era madre terra, dea della natura, dei raccolti e delle messi, della fertilità.
Ospita le radici, accoglie una miriade di organismi viventi, regola il ciclo naturale dell’acqua, dell’aria, delle sostanze organiche e minerali. Le tracce in essa lasciate sono di grande aiuto anche per gli studi sul clima e sul paesaggio.
Orticolario 2024 si fa ispirare da tutte le sue espressioni e diventa inno alla sua ciclicità, alla sua memoria, alla sua fertilità.

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Piante per la fitodepurazione

Durante la quattordicesima edizione ci si avvicina alle piante per la fitodepurazione: se ne conoscono le proprietà, le modalità di “azione” e le infinite possibilità di risanare ciò che è inquinato da noi umani.
Alcune specie di vegetali, oltre 400 secondo l’United States Department of Agriculture, Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America, sono in grado infatti di trattenere, degradare e rimuovere dal suolo e dall’acqua sostanze inquinanti, dai composti organici agli idrocarburi, fino ai metalli pesanti. Sentinelle che non solo intercettano l’inquinante, ma lo
contrastano con i mezzi a disposizione: immobilizzandolo nelle radici, facendolo degradare in collaborazione con i microrganismi della rizosfera (parte di suolo che circonda le radici), assorbendolo nella biomassa. Tra queste, ce ne sono alcune molto comuni, usate anche negli orti casalinghi e in giardino. Qualche esempio? Il cavolo, la rapa, il girasole, il mais, le felci, i pioppi, i salici e la canapa. Tra le piante d’acqua: la paludosa Canna indica, usata per la fitodepurazione delle acque reflue agricole, e gli Iris, il cui rizoma assorbe e accumula metalli pesanti.
Ecco cosa si vive a Orticolario 2024. Per essere più consapevoli di quanto la terra sia fondamentale per la vita e di quanto le piante possano fare per ripristinare l’equilibrio naturale rotto dall’uomo.

“Eccoci alla 14esima edizione fisica, con un forte impegno nei
confronti di un elemento tanto fondamentale per la vita quanto poco rispettato e riconosciuto come tale. Lo calpestiamo quotidianamente su superfici che lo hanno già violato, coprendolo e sigillandolo con ogni materiale innaturale. Ma la natura sa essere più forte e quando può ne riprende il possesso: i suoi protagonisti vegetali, infatti, sanno limitare e spesso cancellare i danni creati dall’uomo. Orticolario vuole contribuire a sensibilizzare i suoi visitatori su questi aspetti, iniziando come sempre dai bambini, cui dovremo lasciare un mondo migliore e più sano nell’auspicio che contribuiscano a salvaguardarlo, rispettandone, prima di tutto, proprio il suolo”. – Moritz Mantero, presidente di Orticolario