Una manciata di colori e un puntino nero da fissare, poi tutto scompare…

Dal gatto che sale (o scende?) le scale di qualche anno fa al vestito di cui sembrava impossibile capire il colore, basta poco per far impazzire i social: questa volta è un’insieme di colori pastello mischiati apparentemente senza senso e un puntino nero da fissare. Dopo un breve lasso di tempo, che va da 20 secondi a un minuto, ecco prodursi la magia: la scena si dissolve incredibilmente, non lasciando traccia se non un vago alone negli occhi, il flebile ricordo dei colori che fino a un attimo prima erano vivamente impressi nella nostra retina e ora non ci sono più. L’ennesima illusione ottica che sorprende ed è subito mania, quella apparsa ieri sul sito di Reddit.  Del resto, non è una bufala: l’illusione ottica funziona davvero, provare per credere. 

L’effetto Troxler e l’adattamento visivo

In realtà non si tratta di magia ma di un fenomeno ottico con una precisa spiegazione fisica alla base. E’ il cosiddetto effetto Troxler, che prende il nome dall’omonimo scienziato, Ignaz Paul Vital Troxler, fisico e filosofo svizzero vissuto nell’800, che ha descritto questa illusione ottica. Troxler rilevò che se guardava in maniera fissa un punto al centro di un’immagine statica il disegno circostante si dissolveva o spariva, lasciando spazio solo allo sfondo.

L’effetto è dovuto al fatto che quando guardiamo un oggetto o un’immagine, si innesca un meccanismo di adattamento dei neuroni preposti alla vista, soprattuto delle cellule oculari sensibili alla luce: coni, bastoncelli e gangli. In pratica queste cellule si abituano all’immagine e dopo un po’ non percepiscono più lo stimolo visivo circostante. E’ la stessa cosa che avviene quando ci si abitua a una sensazione tattile, come percepire le scarpe che indossiamo: se è vero che durante la giornata ci dimentichiamo di averle, basta muovere le dita dei piedi per ricordarsi di averle indosso.

L’effetto di evanescenza

Quando guardiamo una scena, spostando gli occhi velocemente, entrano in gioco le saccadi, ampi movimenti oculari volontari che mettono a fuoco gli oggetti. Anche guardando un oggetto fermo gli occhi fanno dei movimenti involontari, che continuano in maniera impercettibile: si parla di microsaccadi, Lo studio delle microsaccadi è utile anche per capire i meccanismi cerebrali alla base della vista. In caso di una visione statica, sono proprio i movimenti oculari di fissazione a spostare la scena visiva sulla retina e a rendere possibile la visione. Quando si cerca di mettere a fuoco un punto specifico, fissandolo, questi movimenti vengono però rallentati o ridotti, e si ha un effetto di evanescenza che fa sparire l’immagine. Per rivedere di nuovo tutto è sufficiente sposare ancora lo sguardo.

 

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