I volatili risulterebbero stressati dalla crescita esponenziale di droni nei cieli

Quella dei droni è ormai una mania alla portata di un numero crescente di persone, tanto che se prima erano utilizzati limitatamente a scopi specifici oggi sono diventati l’hobby preferito da molti. Google ha persino sperimentato con successo una piattaforma per la gestione del traffico aereo dei droni per le consegne per evitare collisioni e ingorghi. Ma finora forse non ci si era preoccupati di come possano reagire gli uccelli, abitanti dei cieli per eccellenza, invasi dal proliferare di questi apparecchi volanti.

Ci ha pensato una ricerca della Stazione ornitologica svizzera di Sempach, fornendo alcune raccomandazioni che Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ritiene utile diffondere per sensibilizzare gli utilizzatori al fine di ridurre al minimo i disturbi agli animali.

Regole nel rispetto degli animali selvatici

Lo studio dimostrerebbe che, in generale, gli uccelli reagiscono maggiormente nei confronti dei droni rispetto ad altri animali selvatici. Non si può però generalizzare, dato che alcune specie mostrano di non avere alcuna reazione particolare (la Francia usa addirittura le aquile per scovare i droni stranieri), anche se questo non vuol dire che non risentano degli effetti. Gli “uccelli in cova, ad esempio, non abbandonano il nido neanche se disturbati. Malgrado ciò sono comunque sotto stress”, si legge nel comunicato.

Nei prossimi mesi gli ornitologi si incontreranno con le autorità, gli utilizzatori di droni e gli operatori che a vario titolo si occupano della protezione della natura per sviluppare, assieme a loro, “regole che possano godere di un ampio consenso per un utilizzo dei droni rispettoso degli animali selvatici”.

Pericoloso quando smettono di covare

“I disturbi sono un problema in crescita, da prendere in considerazione seriamente, per gli animali selvatici” avverte la Stazione ornitologica. “È particolarmente drammatico quando gli uccelli smettono di covare, oppure non iniziano nemmeno. Inoltre, se un uccello o un altro animale selvatico viene periodicamente costretto a fuggire, in casi estremi può morire per sfinimento”, spiega.

Ecco quindi che, tra le raccomandazioni, viene chiesto di non far volare mai direttamente i droni verso gli uccelli, preferire piccoli apparecchi silenziosi o rinunciare a voli lungo pareti rocciose, in particolare tra febbraio e luglio, periodo di nidificazione di specie sensibili come il Falco pellegrino o il Gufo reale.

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