E’ l’Agenzia italiana del farmaco ad annunciare durante il convegno europeo sulle vaccinazioni che in Italia saranno disponibili entro 3 anni i primi vaccini terapeutici contro il cancro

Di recente è stato approntato il vaccino in grado di proteggere dai tumori al cervello, stimolando il sistema immunitario, mentre è ancora in fase di studio quello sul melanoma; i vaccini per i tumori arriveranno nel nostro Paese entro i ”prossimi tre anni e gli studi in questo settore sono già in fase avanzata”, ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Luca Pani, nel corso del convegno sulla vaccinazioni in Europa promosso dal ministero della Salute nell’ambito del semestre di presidenza Ue.

Vaccini per tutte le età della vita

”Oltre alle vaccinazioni ‘classiche’ contro le malattie infettive, rispetto alle quali non va assolutamente abbassato il livello di attenzione – ha detto Pani – ci sono oggi delle grandi evoluzioni: i vaccini per l’immunoterapia del cancro, che dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni, ed i vaccini contro l’Alzheimer e contro le sostanze di abuso come la cocaina, che dovrebbero invece essere pronti in 5-10 anni”.

Come spiega il direttore Pani, ”ci saranno vaccini per tutte le età della vita”.
L’Aifa spiega anche che ”la tecnologia sta progredendo, e siamo giunti alla conoscenza del genoma informatizzata”. Si tratta di una tecnica che consente di perfezionare i ”meccanismi vaccinali – ha commentato Pani – che rappresentano un’arma fondamentale contro i virus, ma permette anche di conoscere gli attacchi che il sistema immunitario rivolge a se stesso, che sono alla base di molte malattie”.

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Allo studio vaccini su misura

Sono quindi allo studio vaccini terapeutici e preventivi, una sorta di vaccini su misura, cioè “tagliati cioè a seconda dei singoli pazienti. Questo porrà necessariamente di fronte a grossi esborsi economici, anche se come ha riferito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è già in atto una ”strategia a livello Ue per sostenere i costi dei nuovi vaccini”, puntando ad esempio sulla valutazione di meccanismi come quello dell’individuazione di prezzi sovranazionali. La prima cosa da fare però è sconfiggere la diffidenza che in Italia accompagna sempre l’uso dei vaccini, che in molti casi invece possono salvare la vita.