La sanità italiana è in continuo peggioramento, tanto che curarsi è diventato sempre più difficile per gli italiani, che già provati dalla crisi economica sono spesso costretti a rinunciare alle cure, a discapito della propria salute

E’ quanto emerso dal 17esimo Rapporto Pit Salute presentato dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, i cui dati relativi al 2013 sono stati presentati ieri.

La situazione è seriamente preoccupante e riguarda soprattutto i problemi legati alla fruizione di servizi in ambito sanitario, come l’accesso alle prestazioni sanitarie.

E’ il ben il 23,7% delle persone a segnalarla come una grave difficoltà (il 5,3% in più rispetto all’anno precedente), tanto che si sono rivolte al Tribunale. Il 58,3% degli italiani (-16% rispetto al 2012) si lamenta delle liste di attesa troppo lunghe; nel 31,4% dei casi (+21% rispetto all’anno precedente) il problema maggiore è il costo dei ticket; e nel 10,1% dei casi (-5,3% rispetto al 2012) si parla dell’intramoenia, considerata insostenibile.

14 mesi per una mammografia

Parlando di attese insostenibili, basti citare che è stato calcolato nel 2013 un tempo medio di attesa di 14 mesi per una mammografia, 12 mesi per una Tac e 9 mesi per una risonanza magnetica. Stand by di addirittura due anni per coloro che necessitano di operazioni alle varici e all’ernia al disco.

Leggi anche:  Regole d'oro per prolungare la vita: come aggiungere fino a 24 anni al tuo percorso di vita

Altro grave neo è l’assistenza territoriale, indicata dal 15,6% del campione (0,3% in più rispetto al 2012). Più precisamente: il 25,7% di loro parla di una scarsa assistenza ricevuta dai medici di base e dai pediatri (molti dei quali negano le visite a domicilio o le prescrizioni); di problemi legati alla riabilitazione sia in ospedale che a domicilio, denunciati dal 20,3% del campione; e di una non soddisfacente assistenza residenziale indicata dal 17,3%.

“Solo” al terzo posto di questa classifica è la malpractise che per anni ha primeggiato fra i problemi sanitari. Nel 2013, “solo” il 15,5% delle persone che si sono rivolte al Tribunale per i diritti del malato l’ha indicata come problema principale, denunciando i presunti errori terapeutici e diagnostici (66%), le cattive condizioni delle strutture (16%), le disattenzioni del personale sanitario (10,4%) e le infezioni nosocomiali e da sangue infetto (3,8%).

650 euro in un anno per farmaci non rimborsabili

Ci sono poi, ad aggravare il tutto, i costi. Il Rapporto rivela che la spesa sanitaria a carico delle famiglie italiane è aumentata, tra il 2007 e il 2012, del 9,2% per poi ridursi del 5,7% nel 2013. Le segnalazioni di cittadini e associazioni evidenziano che nel corso di un anno una famiglia può arrivare a spendere 650 euro per farmaci non rimborsabili dal Sistema sanitario nazionale, 901 euro per parafarmarci, 7.390 euro per ricoveri in strutture residenziali o semi-residenziali, oltre 9 mila euro per una badante, più di mille euro per visite specialistiche e riabilitative,  537 euro per protesi e 737 per articoli medici monouso come pannolini o cateteri. Una spesa che è diventata quasi insostenibile per molte famiglie italiane.