Voyager 2, per la seconda volta una sonda raggiunge lo spazio interstellare

La Nasa annuncia che il veicolo spaziale ha lasciato il Sistema Solare

Il primo annuncio è arrivato dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa con un tweet sul profilo della missione Voyager 1: “Prosegue il Gran Tour: Voyager 2, l’unico veicolo ad avere visitato Giove, Saturno, Urano e Nettuno, ha lasciato la ‘bolla’ del Sole e si è unita a me nello spazio interstellare”, si legge nel tweet che fa riferimento alla bolla protettiva di particelle e campi magnetici.

La sonda Voyager 2 così la seconda della storia, dopo la sua gemella Voyager 1, a superare i confini del nostro sistema planetario e a raggiungere ora la distanza record di 20 ore luce dalla Terra, pari a 21 miliardi di chilometri.

L’annuncio ufficiale è previsto alle 17.00 di oggi a Washington, nell’ambito del convegno dell’Unione Americana di Geofisica (Agu).

La Voyager 2 ha lasciato il Sistema Solare il 5 novembre scorso e potrà continuare a comunicare con la Terra, anche se saranno necessarie più di 20 ore prima di poter ricevere i suoi messaggi. Si tratta di distanze immense, se si pensa che la luce del Sole impiega otto minuti per raggiungere il nostro pianeta.

La conferma del salto

La partenza della Voyager 2 oltre i confini del Sistema Solare è stata documentata dallo strumento Pls (Plasma Science Experiment), che misura il flusso di particelle provenienti dal Sole (vento solare), che crea la bolla che avvolge tutti i pianeti del Sistema Solare, chiamata eliosfera.

Le misure relative di velocità, densità, temperatura, pressione e flusso del vento solare rivelano un forte declino di tutti i parametri del vento solare.

“Lavorare nella missione Voyager mi fa sentire un esploratore”, ha detto il responsabile dello strumento Pls, John Richardson, del Massachusetts Institute of Technology (Mit).

Il primo passo della Voyager 2 oltre il Sistema Solare è stato confermato anche da altri tre strumenti a bordo della sonda, che misurano raggi cosmici, particelle a bassa energia e campo magnetico.

“C’è ancora moltissimo da imparare sullo spazio interstellare che si trova appena fuori dall’eliopausa”, ha commentato il responsabile scientifico del progetto Voyager, Ed Stone, del California Institute of Technology (Caltech).

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