Franco Battiato: Foto: Roberto Pagliani

Franco Battiato, come si sa, da alcuni anni è malato. Questo non gli ha impedito di lavorare a un disco che si intitola “Torneremo ancora”, come l’unico inedito che contiene, scritto con Juri Camisasca.

All’interno del disco, in uscita il 18 ottobre, si trovano 14 tra le canzoni più rappresentative dell’opera di Franco Battiato come “La cura”, “E ti vengo a cercare”,“I treni di Tozeur”.

Francesco Cattini, manager che lavora con Battiato, sottolinea come verso la fine del 2016 sia nata l’idea di un breve tour estivo da realizzare con la Royal Philharmonic Concert Orchestra: “Abbiamo iniziato a lavorare al progetto di un disco, registrato in occasione di questi concerti. Volevamo realizzare dei concerti con contenuti inediti, che celebrassero il trittico cinematografico di Franco Battiato. Pino Pinaxa Pischetola e Carlo Guaitoli lavorarono sulle musiche da sincronizzare con le scene dei film che avevamo scelto. Il risultato fu una suite di 20 minuti, che Franco ridusse a 11. Nella scaletta del concerto c’erano brani che non venivano proposti da tempo e cavalli di battaglia. Battiato decise di registrare, per farne un disco”.

L’inedito, appunto Torneremo ancora”, è nato “Da una richiesta di materiale per il disco di Andrea Bocelli fatta a Battiato da Caterina Caselli. Il brano poi non è stato inserito in quell’album. Franco non ha mai avuto canzoni da parte, scrive quando si mette al lavoro su un disco, e quindi questo brano è rimasto a lui. L’ha preso, l’ha cambiato un po’ di volte, ed eccolo qui”.

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“Nelle versioni con la Royal Philharmonic Concert Orchestra ho trovato nel suono, nel colore quasi metafisico che si è generato, ulteriori stimoli per scavare più in profondità”, fa sapere Battiato. “Da anni ho lavorato sulla conoscenza del mistero insondabile del passaggio”, commenta sempre a proposito dell’inedito “Torneremo ancora”. “Da “La porta dello spavento supremo” a “Le nostre anime” sino al documentario “Attraversando il bardo”, “Torneremo ancora” ne è una ulteriore testimonianza”.

Pino Pischetola racconta che “Vista la formazione dei musicisti in un concerto del genere, abbiamo potuto registrare come fossimo in studio. Molto del suono è dovuto alla qualità di questa orchestra straordinaria. In 20 anni di lavoro con Franco molte volte è successo, lavorando con le orchestre, di buttare via tutto perché Battiato è un perfezionista: penso che non si possa avere di meglio della Royal Philharmonic Concert Orchestra, con cui Franco ha collaborato e suonato diverse volte negli anni “.

Francesco Messina, altro collaboratore e amico di Battiato, aggiunge: “Io definirei questo disco molto sinfonico, anche se non so se sia la definizione giusta. Di solito o c’era il quartetto o l’orchestra pop, c’erano cioè la batteria, il basso, le chitarre. Questo invece è un disco diverso”. Messina si è occupato della copertina del disco, un lavoro “Difficile. Dovevo rappresentare il vuoto e “Torneremo ancora”. Che temi. In quel brano c’è essenzialità, quindi ci siamo inventati questo scatto sull’Adriatico, con le persone sulla spiaggia. Questa foto è fatta con il telefono, io non sono un fotografo, sembra una scena teatrale e molto studiata. Il significato di tutto questo è che Franco crede in un limbo luminoso, il messaggio è che dobbiamo provare a evolverci”.

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I suoi collaboratori ricordano come Franco Battiato si sia emozionato molto nel sentire questo disco: in effetti è magia pura.