Il surriscaldamento globale provocherà entro il 2080 l’estinzione di due terzi della flora e della metà delle specie animali

Le previsioni sullo stato di salute della Terra nel prossimo futuro non sono certo rosee. Non solo il nostro Pianeta sarà sommerso dalla plastica entro il 2050 ma il problema del surriscaldamento globale si farà sempre più sentire. Nel 2020 il Polo Nord si scoglierà a tal punto che il circolo polare artico diverrà navigabile, ed entro il 2080 due terzi della flora e metà della fauna terrestre sparirà.

La fine della biodiversità

La University of East Anglia ha stimato, attraverso l’analisi di 50mila specie di piante e animali, che i due terzi dei vegetali, tra cui il grano che potrebbe sparire prima del 2050, e la metà della fauna potrebbero estinguersi nei prossimi 70 anni. Se non si agirà per tempo sul problema climatico la biodiversità di molti luoghi della Terra si azzererà. Quelli che stanno soffrendo di più per i cambiamenti climatici sono le piante, i rettili e i piccoli anfibi. L’Emisfero australe, dal Sud America all’Australia, è quello che registrerà le maggiori perdite in termini di biodiversità. Anche le specie presenti in Asia meridionale, l’Europa sud occidentale e il Centro America corrono un serio pericolo.

La tutela dell’ambiente

Le iniziative per combattere il surriscaldamento globale e difendere la biodiversità, diventano a questo punto di vitale importanza. Giornate come l’Earth Day, a cui ha partecipato anche PEFC, o il lavoro del Fao, che posto il problema della difesa della macchia mediterranea, sono importantissime per sensibilizzare l’opinione pubblica verso il problema del clima. In Italia sono diverse le iniziative per tutelare la Natura. Ad esempio, il nostro Paese ha rientra nei netrmini imposti dal protocollo di Kyoto, Il Ministero dell’Ambiente ha creato un portale per approfondire il tema della biodiversità e il programma DRUPOMICS ha sequenziato il genoma del pesco per proteggerlo al meglio.

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