Il boom dei ‘selfie’, gli autoscatti con gli smartphone che impazzano sui social network ritraendo chiunque nelle pose ed espressioni più svariate, sta suscitando ultimamente più di una preoccupazione.

Dopo l’allerta per l’epidemia di pidocchi tra teenager statunitensi, attribuita all’uso dilagante dei selfie, i chirurghi dell’American academy of facial plastic and reconstructive surgery, attribuiscono alla mania dell’autoscatto la crescita esponenziale di richieste di piccoli ritocchi al volto riscontrata di recente.

A tu per tu con la propria immagine

Questo secondo gli esperti sarebbe dovuto ad una differente percezione di sé che i selfie alimenterebbero, spingendo le persone ad una maggior autocritica e aumentando i complessi legati al fisico, soprattutto tra i più giovani.

Edward Farrior, presidente dell’accademia, spiega: “I social network hanno creato nuovi complessi estetici e un occhio molto più severo verso la propria immagine perché chi usa tali mezzi ritiene che il primo impatto visivo sia fondamentale per fare amicizia, intraprendere relazioni romantiche o per motivi professionali”. Sembra che dopo l’autoscatto molte persone rimangano negativamente colpite dalla propria immagine, sviluppando un generale senso di inadeguatezza.

Quali sono le zone più ritoccate?

Dati alla mano, in particolare è stato rilevato un aumento del 10 % dei ritocchi in un anno.

Questo è quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta su 2.700 chirurghi plastici facciali americani. I casi più ricorrenti rientrano in una fascia d’età inferiore ai 30 anni, maschi e femmine, secondo il 58% dei chirurghi che hanno partecipato al sondaggio.

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Preferite soprattutto la rinoplastica, con un aumento del 10%, il trapianto di capelli salito del 7% e il lifting delle palpebre, cresciuto del 6 % solo nell’ultimo anno.