I giovani italiani ritengono che le dosi di alcool considerate pericolose dagli esperti se assunte abitualmente non provochino danni ma anzi aiutino a socializzare
Tra i giovani italiani sta diventando sempre più popolare la moda del binge drinking, cioè assumere in una sola volta una quantità di 5 unità alcoliche. Curiosamente però l’Osservatorio Permanente Giovani e Alcol ha registrato che solo il 13% dei teenager italiani dichiarano di ubriacarsi abitualmente nonostante siano il 35,5% quelli che affermano di praticare il binge driniking. Lo stesso problema pare che riguardi anche il personaggio di James Bond.
L’alcol non è un gioco
Pare infatti che i giovani siano convinti che il limite indicato dagli esperti non li renda ubriachi ma solo brilli, cosa li aiuterebbe a socializzare. “Se in Italia anche nelle nuove generazioni permane una connotazione negativa dell’ubriachezza e delle sue conseguenze, che si accentua crescendo, – ha spiegato Franca Beccaria, coordinatrice della ricerca – l’ebbrezza è vista come un collante sociale ed è considerata uno stato ottimale per godere della compagnia degli amici”.
Alla luce di queste considerazioni Silvano Bertelloni, membro del Direttivo dell’Associazione Laboratorio Adolescenza, ritiene la concezione secondo cui l’alcol è un “disinibitore per facilitare le relazioni sociali” è “già di per se un uso scorretto e pericoloso, indipendentemente dalle dosi assunte”.
Il problema è molto sentito in ambito europeo, tanto che alcuni scienziati stanno studiando un’alternativa all’alcol che non provochi gli stessi effetti dannosi.