Il presidio dei malati gravissimi davanti al Ministero dell’Economia si è concluso con un accordo. I fondi per la non autosufficenza saranno dirottati alle famiglie

I malati di SLA hanno scelto Montecitorio come luogo per difendere i propri diritti di malati. Dopo il sit-in organizzato in favore del metodo Stamina, la cui sperimentazione è stata bocciata dal Governo, il Comitato 16 novembre Onlus aveva iniziato ieri un presidio per chiedere maggiore assistenza domiciliare per i disabili gravi. Poco fa, i sottosegretari alla Salute Paolo Fadda e all’Economia Pierpaolo Baretta, e il viceministro per il Lavoro e le Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra, hanno concluso positivamente l’incontro con i vertici del comitato.”Siamo soddisfatti, è stato un incontro costruttivo, abbiamo raggiunto accordi importanti”, ha affermato Mariangela Lamanna, vicepresidente di 16 novembre Onlus.

Accettate le richieste dei malati

Trenta malati, alcuni di questi anche tracheotomizzati, sono arrivati a gesti estremi come staccarsi dal respiratore per far valere i propri diritti. La loro lotta, costellata anche da momenti piuttosto drammatici, è però servita per ottenere un trattamento migliore. Il Governo ha acconsentito che la quota del fondo per la non autosufficienza 2013-14 per le persone affette da malattie gravissime sia destinata all’assistenza domiciliare e non alle Residenze sanitarie assistenziali, il tutto dietro rendicontazione di tutte le spese sostenute.

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“I rappresentanti del governo si sono impegnanti anche a discutere di un aumento del fondo per la non autosufficienza, speriamo di non essere più costretti a fare dei presidi.” – ha continuato la Lamanna – “È veramente assurdo portare degli ammalati gravi, alcuni in sciopero della fame e della sete a iniziative di protesta così estreme”.