A cura di Raffaella Borgese

Nel 1999 usciva Fight Club, un film rivoluzionario diretto da David Fincher, basato sull’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk. Sono passati 15 anni e già allora si denunciava e criticava il consumismo e l’alienazione dell’uomo moderno. Il film racconta la storia di come un impiegato (Edward Norton, noto semplicemente come “il Narratore”) incontra un uomo eccentrico di nome Tyler Durden (Brad Pitt) e di come insieme decidono di creare un “fight club” (ossia darsele di santa ragione senza un motivo preciso che scateni e giustifichi le botte) segreto che evolve in un culto sotterraneo folle. Quello che ci interessa in particolare in questo caso è che il regista ha nascosto moltissimi indizi per dare vita al personaggio interpretato da Brad Pitt, che condurranno a un grande risvolto finale.

Innanzitutto Tyler non è reale, ma solo una fantasia del narratore e se si rivede il film con un occhio diverso, o meglio più attento, si possono notare, grazie anche alle indicazioni qui di seguito riportate, questi numerosi indizi. Fincher ha sparso questi indizi in vari modi: Tyler compare sotto forma di apparizione subliminale quando il narratore ha un momento di frustrazione o di rabbia nel corso del suo stordimento dovuto all’insonnia. Il “lampeggiante” Tyler appare sullo schermo per brevi istanti, per ben 6 volte, prima che entri ufficialmente nella vita di il Narratore.

Quando sta all’ospedale e parla con il medico, ecco che all’improvviso Tyler “lampeggia”.

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Ancora durante una delle riunioni di malati terminali o alcolisti anonimi (alle quali il personaggio interpretato da Edward Norton, decide di partecipare sempre per combattere la sua insonnia) di nuovo appare per una frazione di secondo.

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Il regista ha deciso di nascondere Tyler anche in uno spot che il narratore guarda in tv. Si può vedere Brad Pitt nella parte anteriore tutto a destra.

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Altri sono più difficili da individuare, ma stanno sempre a significare che il personaggio di Brad Pitt non esiste. Ad esempio, dopo che il Narratore incontra Tyler, lo chiama da un telefono pubblico. Tyler non risponde, ma richiama. Tuttavia, se si guarda attentamente, si vede sul telefono una targhetta in cui si specifica che l’apparecchio non può ricevere (“no chiamate in entrata consentite”), dimostrando, dunque, che Tyler non può richiamare perché non è reale.

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Più avanti nel film, Tyler sta guidando lungo una strada quando si blocca volutamente con la macchina per insegnare a Il Narratore a lasciarsi andare.

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Ma quando l’auto si ribalterà a testa in giù, Tyler esce dal lato del passeggero e striscia sulla macchina, tirando fuori Il Narratore dal lato del conducente, per mostrare, di nuovo, che il narratore stava guidando per tutto il tempo e dunque che Tyler non esiste.

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Bisogna stare attenti, molti potrebbero pensare che si tratta dei classici errori che si possono verificare quando si gira un film, tipo oggetti che ci sono in una inquadratura e spariscono o non sono nello stesso punto nella successiva, piuttosto che la riga dei capelli spostata (nel caso delle donne), queste sono distrazioni che commettono i segretari di produzione e non c’entrano con quello di cui si parla in questo caso.

Quando il film uscì nelle sale incassò negli Usa solo 37 milioni di dollari, con un budget di 63, ma grazie a questi dettagli nascosti ha guadagnato molto anche quando uscì in DVD, vendendo oltre 6 milioni di copie e creando un vero e proprio culto.

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