Attenzione all’eccessivo uso di antinfiammatori. Secondo una recente ricerca, aumenterebbero il rischio di infarto e di ictus

Sempre più frequenti sono i consigli medici su come evitare e prevenire l’incidenza di malattie cardiovascolari. Meno frequente è la scoperta di farmaci che, anziché migliorare la salute, provocano ulteriori patologie nei consumatori.

L’utilizzo prolungato di antinfiammatori non steroidei (FANS) è stato collegato ad un aumento di circa un terzo del rischio di infarto, ictus e morte per eventi cardiovascolari.

Sono questi i risultati dell’analisi condotta dai ricercatori del MRC Clinical Trial Service Unit & Epidemiological Studies Unit (CTSU), presso la University of Oxford. Gli studi sono stati diretti da Colin Baigent, in collaborazione con Carlo Patrono, Ordinario di farmacologia all’Università Cattolica di Roma e finanziati dal Medical Research Council e dalla British Heart Foundation.

Gli esiti della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista “The Lancet” e mettono chiaramente in guardia da una terapia di lunga durata con FANS, che in ogni caso, deve essere praticata in modo oculato, soprattutto se già si soffre di patologie cardiovascolari.

Baigent precisa che “questi rischi riguardano le persone con artrosi o artrite che hanno bisogno di alte dosi di FANS e di una terapia prolungata. E’ verosimile che un breve trattamento con dosi più basse degli stessi farmaci sia relativamente sicuro”.

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L’importanza della ricerca

I risultati dello studio condotto consentono al medico di calcolare la portata del rischio cardiovascolare e gastrointestinale associato all’uso di singoli FANS nel singolo paziente, favorendo poi una terapia personalizzata che tenga conto da una parte dei benefici attesi dal trattamento farmacologico e dall’altra, dei potenziali rischi, dei valori e delle preferenze del paziente adeguatamente informato.

La ricerca effettuata risulta quindi fondamentale, dal momento che dimostra la possibilità di un nuovo paradigma di valutazione della sicurezza di nuovi e vecchi farmaci, basato sulla collaborazione internazionale di singoli ricercatori, industrie farmaceutiche e gruppi cooperativi indipendenti che mettono in comune i dati individuali degli studi clinici effettuati in tutto il mondo.