La qualità dell’aria respirata nelle grandi città è in drammatico peggioramento, tanto che l’ultima indagine dell’Oms, che aveva già lanciato un allarme sui gravi pericoli sulla salute causati dall’inquinamento, ha rivelato che solo il 12% della popolazione respira aria buona.
I sintomi dell’aggravarsi della situazione sono percepibili sia guardando alle condizioni di salute degli abitanti delle città più inquinate, soprattutto in Cina, sia pensando all’impatto che lo smog ha sull’ambiente e sull’atmosfera, danneggiata dal surriscaldamento globale.
Conseguenze devastanti
Sull’individuo le conseguenze sono gravissime, soprattutto quando si innescano problemi respiratori e cardiocircolatori, che colpiscono una percentuale sempre più elevata di individui a livello mondiale.
Ma quello che ancora non si sapeva è che tra le devastanti ripercussioni dello smog sulla salute, anche la memoria potrebbe subire dei danni molto seri: una ricerca condotta dagli scienziati della University of Southern California e pubblicata sulla rivista scientifica Journal of Gerontology, parla di queste gravi conseguenze sul cervello e sulle facoltà cognitive legate all’età.
L’inquinamento che annebbia il cervello
Lo studio è stato condotto sulla scia di una ricerca precedente, iniziata nel 1986, da cui hanno selezionato 780 partecipanti sopra i 55 anni di età. Si è proceduto testando le funzioni cognitive dei soggetti con prove matematiche e di memoria, per poi catalogarli in base agli errori commessi. I risultati sono stati messi a confronto con l’esposizione agli inquinanti, soprattutto alle polveri ultrasottili, le cosiddette pm2.5, ed è emerso che chi vive in zone ad alta concentrazione di smog ha un numero di errori 1.5 volte maggiore rispetto a chi vive in poco inquinate.