Tra le iniziative prese da Pechino per combattere l’inquinamento ci sarebbe anche la chiusura dei chioschi che vendono carne alla griglia per strada

L’inquinamento in Cina è un problema serio tanto che i suoi cittadini sono disposti a fare un viaggio di non ritorno verso Marte per sfuggire allo smog. Pechino, che ha rivelato l’esistenza dei villaggi del cancro, è il primo produttore di CO2 al mondo e l’aria della capitale è talmente irrespirabile che è stato sperimentato l’uso dei laser per combattere il pm10. Per cercare di risolvere almeno in parte il problema, il Governo ha deciso di vietare l’uso dei barbecue per le strade di Pechino e ha quindi fatto chiudere 500 bancarelle che vendono cibo.

Pechino in guerra contro l’inquinamento

Secondo gli esperti cinesi le piccole griglie utilizzate dai venditori di Pechino hanno un forte impatto sulle emissioni di CO2. Alcuni però considerano lo stop al barbecue una scusa per mettere in ginocchio l’economia della minoranza degli uighuri, la popolazione musulmana dello Xinjiang, molto impegnata in questo tipo di attività.

Tra le altre inziative prese per combattere lo smog c’è anche la riduzione del traffico con il sistema delle targhe alterne e la chiusura delle scuole quando l’inquinamento dell’aria supera una determinata soglia. Pechino stima che con queste mosse le particelle inquinanti si ridurrano del 25% entro il 2017.

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