Nella maggior parte dei casi la scelta del partner ideale rivela la presenza di interessi comuni e caratteristiche simili, come la razza, la religione, la cultura e così via, ma sembra che l’attrazione verso l’anima gemella vada ben oltre le similitudini più evidenti: un nuovo studio suggerisce addirittura che la scelta sia dettata dalla genetica 

L’assunto di base, formulato dai ricercatori dell’Università del Colorato Boulder (UCB), è che sia l’intero genoma umano a presentare somiglianze, quando noi percepiamo solo la similitudine di alcune caratteristiche più evidenti come razza o conformazione corporea.

Siamo portati a fermarci alle apparenze, senza sapere che l’attrazione avrebbe origini molto più profonde, radicate nel nostro DNA.

«E’ ben noto che le persone sposano persone che sono simili a loro – spiega il dott. Benjamin Domingue del CU-Boulder’s Institute of Behavioral Science e principale autore dello studio – Ma la domanda verteva sulla questione se sia una scelta casuale o dettata dalla genetica».

Non è la prima volta che la nascita dell’amore tra due persone viene ricondotta esclusivamente a una questione di geni, minando la visione romantica di questo nobile sentimento. Già l’anno scorso il team dei ricercatori della Florida State University guidato da Mohamed Kabbaj ha scoperto che la fedeltà di coppia potrebbe essere una questione genetica. Studiando i cromosomi dell’arvicola americana (Microtus ochrogaster), animale simbolo della monogamia, gli scienziati hanno scoperto che la fedeltà nasce dopo l’attivazione di una coppia di geni.

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Polimorfismi a confronto

La ricerca, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), Domingue e colleghi, tra cui il prof. Jason Boardman, si è avvalsa dei dati genomici raccolti dall’Health and Retirement Study, sostenuto dal National Institute on Aging.

Sono state 825 le coppie americane di razza bianca esaminate per lo studio; nello specifico l’oggetto di analisi sono stati i polimorfismi a singolo nucleotide presenti nel DNA, noti per differire comunemente tra gli esseri umani.
Il risultato parla chiaro: le differenze di DNA tra persone sposate sono inferiori rispetto a quelle riscontrate tra due individui scelti a caso.

In totale, i ricercatori hanno stimato una somiglianza genetica tra gli individui, utilizzando 1,7 milioni di polimorfismi a singolo nucleotide nel genoma di ogni persona.

In realtà la ricerca ha operato un confronto considerando il fenomeno delle persone sposate per affinità di educazione, noto come “educational assortative mating” (accoppiamento assortativo educativo. Per “assortativo”, il dizionario intende un accoppiamento non casuale tra individui che hanno uno o più caratteri fenotipici simili).

Grazie ai confronti è emerso che la preferenza per il coniuge geneticamente simile (noto come “accoppiamento genetico assortativo”), rappresenta circa un terzo del potenziale nella scelta di accoppiamento, rispetto a quello assortativo educativo.

Possibli implicazioni statistiche

Sembra che i risultati possano avere anche implicazioni sulla formulazione dei modelli statistici attualmente in uso per spiegare le differenze genetiche tra popolazioni, in quanto tali modelli fanno spesso riferimento all’accoppiamento casuale.

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Inoltre lo studio potrebbe fornire una base per future ricerche che indaghino su risultati analoghi per coppie di razze diverse o sulla possibilità che le persone scelgano anche amici con DNA simile o se ci siano casi in cui si accordi la propria preferenza a compagni con una genetica del tutto differente, invece che simile.