Il Ministero della Salute mette in guardia l’Italia dal consumo di frutti di bosco congelati in seguito a episodi di epatite A, causati proprio da questi prodotti che sono risultati contaminati

Non allarmatevi ma fate attenzione. E’ questo il messaggio del Ministero della Salute che ha sollecitato le Asl a prendere in considerazione i casi segnalati e a portare avanti indagini sul territorio nazionale, per scoprire l’esistenza di eventuali casi autoctoni collegati e per identificare le potenziali fonti di infezione.

I casi di epatite A sono comparsi le scorse settimane e da qui all’estate ne sono previsti altri.

I numeri registrati dal sistema di sorveglianza Seieva sono inequivocabili: in 16 regioni che hanno trasmesso dati aggiornati al 20 maggio 2013, risulta un incremento delle notifiche di epatite A nel periodo marzo-maggio pari al 70% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. L’aumento dell’incidenza si è verificato in quattro regioni del centro-nord (Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Veneto) e in una del sud (Puglia).

I nuovi colpevoli

Solitamente  l’epatite A è causata da un virus a singolo filamento di Rna che si diffonde soprattutto attraverso l’acqua contaminata e gli alimenti venuti a contatto con la stessa. Finora i principali cibi che veicolano la patologia sono stati cozze e vegetali lavati con acqua sporcata da residui fecali. Ora i colpevoli sembrano essere degli insospettabili frutti di bosco misti congelati. Il verdetto è confermato dal fatto che questi alimenti sono stati rintracciati in un cluster familiare del virus individuato in un paziente che aveva consumato lo scorso aprile una torta guarnita.

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Il freddo aiuta il virus

Le indagini sulla materia prima (probabilmente di origine extraeuropea) non sono ancora terminate. Epidemiologi ed esperti in sicurezza alimentare non avevano ancora lavorato sugli alimenti conservati nel freezer. «È un aspetto nuovo e su cui converrà indagare: sappiamo che il congelamento non uccide i virus, ma non avevamo mai rintracciato l’Hav in un prodotto congelato. Probabilmente si tratta di una contaminazione avvenuta all’origine del prodotto e che il congelamento non è riuscito a debellare », spiega Maria Triassi, ordinario di igiene all’università Federico II di Napoli. Infatti, solo la cottura ad alte temperature può rendere il virus inattivo.