I candidati saranno 320mila ma sono solo 11mila i posti disponibili. L’esame, che si svolgerà nelle scuole della penisola, ha creato qualche disagio agli studenti
Parte oggi la prima fase del maxi-concorso per i docenti delle scuole primarie. Sono soprattutto giovani precari quelli che vi prenderanno parte. Le cattedre sono poco più di 11mila ma gli aspiranti professori sono più di 300mila.
Molti candidati pochi posti disponibili
I 320mila candidati, che si contenderanno 11.542 posti disponibili, saranno suddisivi in due sessioni fra oggi ,lunedì 17 dicembre 2012, e domani. Coloro che sosterranno la prova sono per l’80% donne, la cui età media sarebbe intorno ai 38 anni, con un 35% di età inferiore ai 35 anni e 2.812 candidati che hanno superato i 55 anni.
Il primo test di preselezione si svolgerà nelle 2.520 aule informatiche predisposte dal Miur. La prova consiste in 50 quesiti, da risolvere su PC, in 50 minuti. Per il superamento della preselezione è necessario conseguire un punteggio non inferiore a 35/50. Sono previste 8 domande di capacità logiche, 18 domande di comprensione del testo, 7 domande su competenze digitali, 7 domande sulla lingua straniera. Chi riuscirà a superare la prova accederà alle prove scritte e orali.
Ancora problemi con le domande
Continuano le polemiche sulle domande poste nel test. I candidati si erano lamentati che il simulatore per esercitarsi reso disponibile online dal Miur non permetteva di conoscere le risposte errate e le relative opzioni corrette. L’unico modo per sapere dove si aveva sbagliato era quello di scaricare dalla Rete, anche a pagamento, software non ufficiali ma comunque efficaci. Ora la polemica riguarda il valore in sé delle domande. Ci si chiede se per l’insegnamento nelle scuole primarie sia necessario sapere il significato di termini così specifici come “godet” e “martingala”, termini che si riferiscono al campo della moda, “carter” per quanto riguarda la meccanica.
Profumo: “Affrontate questa giornata con serenità”
Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha voluto dare un consiglio ai candidati: “Affrontate questa giornata con serenità”. Il ministro ha anche affermato che il concorsone è “un esempio di grande innovazione per il Paese”. Per quanto riguarda il futuro, d’ora in poi si terrà un concorso simile ogni due anni e i giovani che si “si laureeranno, procederanno con l’abilitazione e poi con il concorso. Questo eviterà di creare nuovi precari”.
Lucrezia Stellacci, coordinatrice del progetto, ha dichiarato: “Siamo partiti, contro tutti e tutto. Ma per il momento sembra che tutto scorra bene, incrociamo le dita”. La dirigente ministeriale è anche intervenuta sulle polemiche della La Flec Cgil, che sostiene che per il concorso siano stati spesi 120 milioni di euro: “Cifre già smentite, in realtà abbiamo speso appena 960mila euro, i soldi necessari per pagare i responsabili d’aula”.
Alcune scuole rimarranno chiuse
Le prove, come si è detto, si svolgeranno nelle aule di informatica di alcune scuole, cosa che ha messo in difficoltà i direttori delle stesse che, in alcuni casi, hanno deciso di lasciare a casa gli studenti.
Il Miur ha dato ampio margine di manovra ai dirigenti scolastici e in una nota inviata agli uffici scolastici Regionali si legge: “L’opportunità di sospendere l’attività didattica nelle scuole sedi di svolgimento della prova, salvo che la situazione concreta e logistica consenta di svolgere la stessa prova senza intralcio alle predette attività”. Il preside dell’istituto Giulio Cesare di Roma, Micaela Ricciardi, ha dichiarato: “Ho preso alcune accortezze, ad esempio la ricreazione non sarà fatta in cortile per non infastidire i candidati, ma sarebbe impensabile calpestare il diritto allo studio di centinaia di studenti per poche decine di candidati”.
Naturalmente i primi a lamentarsi della situazione sono i genitori: “Venticinque classi resteranno a casa per far posto a ben 19 candidati”, a dichiarato il padre di un bambino di 4 anni.